Massimo Ambrosini Malattia

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Massimo Ambrosini Malattia
Massimo Ambrosini Malattia

Massimo Ambrosini Malattia – Ambrosini Massimo Massimo Ambrosini, direttore sportivo italiano ed ex centrocampista, è nato a Pesaro il 29 marzo 1977. Indice Prime caratteristiche tecniche Carriera, 2 2.1 Circolo Esordi nel Cesena 2.1.1 2.1.2 Primi anni a Milano Prestito alVicenza 2.1.3 2.1.4 Ritorno a Milano 2.1.5 Toscana 2 Nazionale 3 Dopo la partenza Quattro statistiche 4.1 Soci e personale del club 4.2 Adozione nazionale della tecnologia odierna Palmarès 5 Competizioni Nazionali (5.1) 5.2 Competizioni Internazionali Sei titoli onorifici 7 Nota Altri 8 progetti Connessioni esterne

Caratteristiche della tecnologia

Ambrosini rivendica il ruolo di intermediario.[3][4] Punteggiato di atletismo fisico, era un giocatore allegro, gentile, gentile, tacitamente dignitoso, intellettuale con uno spiccato senso della posizione.[3] Spesso, soprattutto sui campi di calcio squadrati, si inserisce nell’estremità avversaria per sfruttare le sue capacità di pugnalare e sparare,[6] per le quali Carlo Ancelotti lo ha occasionalmente utilizzato come attaccante. Carriera Club

A Cesena, Esordi

Ambrosini muove i primi passi tra le fila dell’Adriatico Pesaro, squadra giovanile della sua città natale,[8] prima di passare al campionato giovanile del Cesena, dove ha militato dal 1992 al 1994. Nella stagione 1994-1995 Bruno Bolchi, all’età di 17 anni, si aggiunse alla prima squadra. È uscito dalla partita di Coppa Italia tra Cesena e Genoa (0-1).[9] Di conseguenza, si mise in mostra nella stagione di Serie B, interpretando il ruolo da protagonista e segnando un gol contro il Lecce.[10]

I primi anni di Milano

Ambrosini venne mandato al Milan da Fabio Capello nel mercato estivo del 1995 per 3,7 milioni di lire[11], e così iniziò la sua lunga carriera in maglia rossonera. Nonostante la concorrenza di giocatori già noti per il loro ruolo, come Demetrio Albertini e Marcel Desailly, il giovane difensore centrale pesarese ha saputo trovare spazio per giocare in tutte le competizioni nelle prime due stagioni.[12]

Ambrosini esordì in Serie A il 5 novembre 1995, contro Milan-Cagliari (3-2), dopo l’uscita in maglia rossa nella partita di Coppa Italia tra Pescara e Milan (1-4). Ha partecipato anche a partite di Coppa dei Campioni. Il 12 settembre dello stesso anno, il Milan sconfisse Zagbie Lubin (4-0), partita valida per il trentaduesimo anniversario del torneo.

La vittoria del suo primo scudetto segna la fine della stagione 1995-1996, alla quale Ambrosini contribuì con sette presenze. La stagione successiva, il 25 settembre 1996, esordisce in Champions League nella partita Rosenborg-Milan (1-4) giocata a Trondheim. entrato anche più nelle rotazioni della squadra, con un totale di 18 presenze complessive.

Massimo Ambrosini Malattia

Default a Vicenza

Ambrosini venne ceduto al Vicenza, campione in carica della Coppa Italia, nel 1997 dal Milan come compenso affinché potesse giocare con costanza e acquisire esperienza. Ambrosini ha disputato una stagione solida, registrando 27 tiri e un gol (contro l’Inter). Anche in Coppa delle Coppe, dove il Vicenza venne eliminato in semifinale dal Chelsea, il Vicenza continuò ad essere protagonista con sette presenze.

Ritorno a Milano

Massimo Ambrosini è tornato stabilmente al Milan dalla stagione 1998-1999. Ha vinto il suo secondo scudetto con la maglia numero 23 sulle spalle e con Zaccheroni nei pantaloni. In lui ha creduto l’avversario Zaccheroni che, insieme ad Albertini, lo hanno rapidamente reso una delle punte centrali del centrocampo rossonero. Nella partita Milan-Sampdoria del 2 marzo 1999, segnò il suo primo gol per la squadra, che molti considerano determinante per la vittoria dello scudetto (3-2). La stagione 1999-2000 è stata significativa per l’impegno finale di Ambrosini che ha collezionato 29 presenze in campionato, 4 in Coppa Italia e 2 in Champions League.

La stagione successiva si apre nel migliore dei modi per poi volgere al peggio. Il difensore centrale ha segnato tre gol in campionato, tutti vincenti, contro la Juventus alla quarta giornata, il Napoli all’ottava e il Verona alla dodicesima. Ha anche segnato un altro gol nella vittoria ai rigori di Coppa Italia contro la Fiorentina. Ma nel febbraio del 2001, durante gli scontri finali della sfida casalinga contro la Reggina, il legamento dello gnomo sinistro ebbe una grave disgrazia.

tornò in campo 10 mesi later, competing at the San Siro versus Verona. Despite his hardship, Ambrosini was able to make a name for himself. In questiNel 2001-2002 segnò il gol della vittoria contro il Torino. Questa vittoria ha messo a tacere le lamentele dei critici riguardo alle scarse prestazioni della squadra e ha dato un inizio positivo alla traiettoria ascendente della squadra.

Ambrosini è emerso come un giocatore chiave per la squadra che ha vinto la Champions League nel 2002-2003, la Coppa Italia e lo scudetto nel 2003-2004, anche sotto la direzione di Carlo Ancelotti. Decisivo è il suo assist di prova nell’azione del gol vincente nel quarto di finale di ritorno contro l’Ajax del 2003.

Scaduti i tempi regolamentari della sfida tra Manchester United e Juventus, entra in campo per disputare i tempi supplementari. Nella stagione 2004-2005 della UEFA Champions League, ha segnato il gol della vittoria contro il PSV Eindhoven nella semifinale della rivincita, permettendo al Milan di avanzare alla fortunata finale di Istanbul contro il Liverpool.

Dopo uno sfortunato inizio di stagione, Ambrosini ha riconquistato la sua posizione al Milan nella stagione 2006-2007, collaborando con Gennaro Gattuso e Andrea Pirlo per formare il centro vincente del campo. La squadra infatti è composta da Ancelotti con due giocatori sconosciuti e Kakà più avanzato e vicino alla porta. Questa soluzione ha portato ad alcuni dei migliori risultati e prestazioni della stagione, tra cui la vittoria sul Bayern Monaco (0-2),

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