Giuseppe Rinaldi Giornalista Perché Zoppica – Sapeva per certo che l’assassino di Melania Rea, Salvatore Parolisi, stava trasmettendo un terribile nulla durante il loro interrogatorio. Serviva quasi come simbolo metaforico del problema. Nemmeno vicino ad essere un suggerimento. Sappiamo tutti quanto sia stata determinante per l’inchiesta questa intervista a Pino Rinaldi. Pino Rinaldi, l’autore del classico Chi l’ha visto, conduce ora su Rai Tre un nuovo programma intitolato Commissari – Sulle tracce del male, realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato e in onda il sabato sera.
Esplicitamente esegetico nel suo riconoscimento dell’insensatezza della brutalità, un racconto delle ombre umane. Ricordo la discrezione e la tenerezza di Pino Rinaldi, un ossimoro che forse consolava, mentre consegnava nel profondo del cuore oscuro dell’uomo ogni inspiegabile sparizione ed empietà perpetrata in nome della violenza. Un’intervista giornalistica a Ferdinando Carretta si distingue nella mia mente come un momento di svolta nella sua carriera.
La più grande omissione è un giovane afflitto da una malattia mentale. Dieci anni passati a nascondersi. Quando Pino Rinaldi lo rintraccia a Londra, verrà convinto ad arrendersi dal poliziotto italiano. Dieci anni per fare una scelta. Per allontanarsi dal padre, Ferdinando aveva assassinato tutta la sua famiglia. Disse a Rinaldi che aveva quell’idea in testa per tutto il tempo. Se avesse saputo cos’era il male, ho sondato, non sarebbe stato cattivo. Sì, questa è una domanda.
Secondo Rinaldi non esiste un delitto perfettamente astuto, ben pianificato e impossibile da risolvere come un giallo noir. , idiota e assurdo”, ha osservato. Gli edifici immaginari o romanzati con un’architettura eccellente sono roba da leggenda. Il fatto è che il male è incredibilmente noioso. «Riproduce meccanismi ripetitivi, non ci sono dinamiche profonde», dice Rinaldi. Qualcosa di così ignorante, sordo, muto e cieco da mancare di ogni intelligenza.
Non male per una buona causa, come in Dostoevskij. O c’è una psiche disordinata (il caso Carretta, per esempio),” riflette Rinaldi, “oppure è tutto abbastanza decifrabile. E l’unico motivo per cui i crimini rimangono irrisolti è a causa degli errori commessi dagli investigatori. Ad esempio, nel caso dell’omicidio di Maria Scarf discusso nella puntata dell’8 dicembre, ndr, la Procura ha sbagliato a nominare un medico legale, cosa che ha fatto precipitare le indagini. L’ottimo, il magmatico, il confluente e capace di ispirare stupore o nobiltà eroica è ciò su cui dovremmo invece concentrarci.
I protagonisti, i commissari e gli investigatori del mio spettacolo creato con Marcello Conte e l’assistenza di Daniela Bricca e Chiara Grigoletto, ndr hanno ruoli cruciali in ogni puntata. I bravi ragazzi sono loro. Qualcosa di carino che sia invece sofisticato, intellettuale e sensibile.La profondità dell’interesse è seminata dal bene. Ogni giorno al pomeriggio su Vita in Diretta, lo condivide anche Pino Rinaldi. Ci sono libri scritti sugli atti e sulle persone che ricambiano la gentilezza, la compassione e il perdono.
Ero certo che dietro ogni enigma si nascondessero una mente brillante e un macchinario complesso. La crudeltà, ho capito, è un percorso verso il nulla. Deludente, monotono e carente. A proposito del giornalista Rai Giuseppe “Pino” Rinaldi È una figura storica a pieno titolo, in quanto è stato il giornalista e autore di Chi l’ha visto?, il famoso programma sui dispersi di Chi l’ha visto?. Esplora con me la vita di Giuseppe Rinaldi. Dopo aver lavorato come inviato, regista e romanziere, Giuseppe ‘Pino’ Rinaldi è entrato a far parte del cast di Chi l’ha visto? nel 1990 e da allora ha ospitato numerosi spettacoli.
I delitti più raccapriccianti, come quello in cui Ferdinando Carretta gli ha ammesso di essere responsabile dell’omicidio della famiglia Carretta, sono passati per le sue mani. Chi guida esattamente l’orchestra? Che cos’è?Pino Rinaldi, il cui nome di battesimo è Giuseppe e che in realtà è un importante giornalista, è nato il 25 gennaio 1961, sotto il segno dell’Acquario. È stato un membro di spicco di Chi l’ha visto? team di sceneggiatori dal 1990 e da allora il miglior corrispondente dello show.
Cura la trasmissione di Rai 3 Commissari: Sulle tracce del male in coppia con la Polizia di Stato. Nel 2021, inoltre, ha iniziato a condurre la seconda serata di Rai 2 Detectives – Casi risolti e irrisolti, sempre in collaborazione con la Polizia di Stato. Ha coperto negli anni un’ampia gamma di casi penali, da Ferdinando Carretta a Salvatore Parolisi.Autore di “Commissari” e importante inviato di “Chi l’ha visto?” dal 1990. Dal 12 giugno in onda su Raidue in notturna “Detectives” di Giuseppe Rinaldi.
Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con la Polizia di Stato. Sono sei le puntate dedicate ai casi chiusi oa quelli ancora in attesa di risoluzione. Storie di veri crimini basate su interviste a vittime e testimoni oculari.Siamo interessati a qualcosa di più che trovare dove si trova un criminale; Noi anche bisogno di sapere perché ha commesso l’atto in questione. Verranno consultati esperti in neurologia, psicologia e studio della comunicazione non verbale.
La vera notizia, tuttavia, è che il veterano profiler dell’FBI e consulente del creatore e produttore esecutivo di “Criminal Minds” Jim Clemente interverrà in crimini irrisolti da Los Angeles. Era interessato solo ai fatti concreti sul crimine, incluso il luogo in cui è avvenuto e l’aspetto della vittima.Quando inizierai a prendere casi?«Me ne aspetto due: tra quelli non risolti ci occuperemo del caso Flavio Simmi»
ucciso in un agguato a Roma nel 2011, ndr e «tra quelli risolti ci occuperemo con il caso di Maurizio Minghella” un serial killer che sta scontando l’ergastolo a Pavia; ndr. Hai sentito la confessione di Ferdinando Carretta sull’uccisione di tutta la sua famiglia mentre viveva con il “mostro di Firenze” da anni.Che Vanni, Pacciani e Lotti non erano i “compagni di merenda” responsabili del “mostro”,