Gianni Minà Malattia

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Gianni Minà Malattia – La notizia della morte inaspettata di Gianni Minà all’età di 84 anni ha scosso l’intero settore dei media e non solo. La famiglia del famoso giornalista ha dato ieri al mondo la notizia della sua scomparsa. Secondo quanto riferito, la sua morte prematura sarebbe stata causata da un problema cardiaco.

Ieri è diventato virale il post su Facebook del giornalista che recitava: “Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca”. La sua famiglia e i suoi amici hanno fatto in modo che fosse sempre curato e non si sentisse mai abbandonato. Il nostro sincero apprezzamento va al Professor Fioranelli e a tutti gli altri della clinica Villa del Rosario per averci permesso di salutarci lì.

Minà ha iniziato come giornalista per Tuttosport nel lontano 1959. È nato il 17 maggio a Torino. Dopo il lancio su Rai, la rete si è ampliata con la copertura sportiva delle Olimpiadi di Roma. Poi c’è la trasmissione sportiva Sprint, oltre a documentari e inchieste per diversi canali. L’altra Domenica si forma con l’aiuto dei musicisti Renzo Arbore e Maurizio Barendson.

Esordito nel 1976, gli viene conferito nel 1981 il “Premio Saint Vincent” del Tg2 per l’eccellenza nel giornalismo televisivo. Dopo essere stato assistente di Giovanni Minoli in Mixer, inizia la carriera di conduttore televisivo su Blitzon Rai 2. Sette Olimpiadi, otto Mondiali di il calcio e decine di campionati mondiali di boxe, compresi i leggendari combattimenti dell’era di Muhammad Ali, sono stati tutti coperti da Minà.

Nel 1987, Minà ha guadagnato una celebrità familiare dopo aver condotto un’intervista di sedici ore con il presidente cubano Fidel Castro per un documentario e un libro. Il fatto che il giornalista fosse amico di Diego Armando Maradona ha ferito ancora di più. Secondo i post sui social, Gianni Minà, lo scrittore morto il 27 marzo in seguito ad un breve attacco cardiaco all’ospedale Villa del Rosario di Roma, avrebbe compiuto 85 anni il 17 maggio.

La sua famiglia e i suoi amici erano incrollabili nella loro devozione nei suoi confronti. Nel breve messaggio, datato 30 settembre alle 21:36, si legge: “Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e al personale della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di salutarlo con serenità”. con il Corriere della Sera, che ha condotto poco dopo aver compiuto 84 anni la scorsa estate, Minà si è lamentato delle sfide che la vecchiaia gli aveva portato. Disse: “Sono vecchio e ho disturbi più o meno gravi che mi hanno complicato la vita”.

La mia vista è peggiorata nel corso degli anni, rendendo difficile leggere, studiare e scrivere. Durante l’epidemia i miei pensieri si bloccarono ed ero sicuro che la colpa fosse mia. Mia moglie Loredana ha tirato fuori direttamente gli insegnamenti di Muhammad Ali, ricordando come lui e il suo Lonnie soggiornassero spesso nel nostro appartamento a Roma.

Lui, “il più grande”, il più grande, fu colpito proprio là dove aveva difeso così brillantemente i diritti del suo popolo, e più volte disse: “Ho ricevuto tanto dal mio Dio che nemmeno questa malattia può in alcun modo eguagliare ciò che ho ricevuto da Lui.” Immagino che la vita sia proprio così e dobbiamo imparare ad accettarlo. Sono stato ispirato a fare qualcosa di nuovo nel giornalismo dalle dichiarazioni di Muhammad Ali. Recentemente ho notato un netto miglioramento nelle mie capacità di ascolto.

I suoi antenati materni erano di Lipari, mentre i nonni paterni erano palermitani, quindi Minà aveva radici siciliane anche se era nato a Torino. Scrive di personaggi ricchi e famosi in riviste e libri dalla fine degli anni ’50. Ha una forte passione per il Torino.

Gianni Minà Malattia

Gianni Minà ha tre bellissime figlie dai suoi due matrimoni; si chiamano Marianna, Paola e Francesca. Aveva 48 anni quando diede alla luce la sua prima figlia, Marianna Minà, dal marito Georgina Garca Menócal. L’ex moglie Loredana Macchietti è madre dei suoi due figli, Francesca, 25 anni, e Paola, 23.

creatrice di Cuba nell’era di Obama e regista di un film sulla vita di suo marito. Nel 2016, Minà e la sua compagna di lunga data Loredana hanno co-diretto il documentario autobiografico Una vita da giornalista, presentato in anteprima mondiale come film di apertura del festival.

Nel giorno del suo 84esimo compleanno, il 17 maggio, Minà ha espresso gratitudine alla moglie per essere stata lì per lui nonostante le sfide che ha dovuto affrontare a causa delle malattie legate all’età. Con l’aiuto di Loredana, posso continuare a fare tutto ciò che scelgo. A lei i miei ringraziamenti e congratulazioni per aver riconosciuto il suo valore. Teniamoci sempre d’occhio a vicenda.

In uno dei suoi ultimi post sui social media, Minà ha scritto: “In un mondo sbagliato, in un Mondiale sbagliato, un risultato giusto”, accanto alla foto della maglia della nazionale dell’Albiceleste che il suo caro amico Diego Armando Maradona gli aveva regalato dopo l’Argentina. ha vinto la Coppa del Mondo in Qatar il 18 dicembre 2022.

Minà ha realizzato diversi reportage per la Rai oltre a condurre diversi programmi televisivi e girare film su Che Guevara, Muhammad Ali, Fidel Castro, Rigoberta Mench, Silvia Baraldini, il Subcomandante Marcos e Diego Armando Maradona. Dal 2000 al 2015 ha curato la pubblicazione del periodico letterario Latinoamerica e tutti i someridionale del globo.

Nel corso della sua carriera, ha coperto sette Giochi Olimpici, otto Coppe del Mondo FIFA e dozzine di campionati mondiali di boxe, inclusa la famosa era di Muhammad Wings.Ha anche diretto una serie in quattro parti sulla storia del jazz, un film sulla musica dell’America centrale e meridionale e un documentario sullo sviluppo culturale e tecnico della boxe intitolato Faces Full of Fists. Inizia la sua carriera come giornalista sportivo per Tuttosport nel 1959.

Il giornalismo televisivo deve molto a diversi fattori,tra cui la Rai, le Olimpiadi di Roma,lo Sprint di Maurizio Barendson e molti altri. Insieme a Maurizio Barendson e Renzo Arbore ha concettualizzato l’idea di una domenica alternativa.Negli anni ’70 parlò delle lotte delle minoranze, nonché del periodo di massimo splendore della boxe e dell’industria dell’intrattenimento americana.

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