Genitori Martina Levato

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Genitori Martina Levato – Continuiamo la nostra analisi su Alexander Boettcher e Martina Levato, la coppia dell’acido che ha commesso insieme un vero e proprio delitto aggredendo due persone. Usando l’acido, la coppia ferì gravemente Pietro Barbini e distrusse la sua proprietà il 28 dicembre dello scorso anno.

Il 19 maggio Martina Levato ha interagito brevemente con uno studente della Cattolica che poi l’ha accusata di aver tentato di castrarlo. Essi, insieme al presunto bassista Andrea Magnani, furono giudicati responsabili.

Le vicende che hanno portato i Giudici a condannarli sono irrilevanti rispetto all’attuale situazione di cui si ritrovano nuovamente protagonisti; piuttosto è il ragazzo che è il prodotto del loro amore contorto e perverso e che è anche una vittima innocente di tutto questo.

Il loro nipote è nato nell’agosto 2015 e i genitori di Martina ne hanno chiesto la custodia. Secondo l’accusa, Francesca Ceriani, sostituto procuratore generale della Cassazione, scrive: “La legge prevede l’affidamento quando esistono rapporti significativi e nel caso del figlio di Alexander Boettcher e Martina Levato è necessario sottolineare il fatto che la maternità i nonni hanno avuto con lui 46 incontri, senza mai mancare ad un appuntamento tante volte quanto il padre.”

Se la Corte di Cassazione accogliesse le tesi del PG e il ricorso dei genitori di Martina, la decisione del Tribunale di Milano sull’adozione verrebbe ribaltata. Il PG della Cassazione ha chiesto l’affidamento dei nonni materni, sostenendo che “i bambini non vengono nemmeno sottratti alla mafia perché ogni bambino ha il diritto di crescere nella famiglia in cui è nato,

e anche se Alexander Boettcher e Martina Levato si rendono responsabili di delitti efferati, dare il proprio figlio in adozione equivarrebbe ad un’operazione non autorizzata di genetica familiare, come se il bambino fosse nato con la macchia”. La nonna e il nonno materni possono e devono prendersi cura di lui.

Milano si è nominata tutore legale del bambino e chiede alla Corte di Cassazione di pronunciarsi contro la richiesta della famiglia: “noi rispettiamo la figura di questi nonni ma l’impegno che vogliono assumersi è sproporzionato rispetto alle loro forze, alla differenza di età, alla pesante la pena a cui sono stati condannati i genitori del bambino che non potranno quindi subentrare a breve ai nonni.”

il fatto che i loro attacchi con l’acido rivelino una mancanza di coscienza civica, che è un problema che può essere risolto, anche se forse non senza molto lavoro e tempo. Ma fino a che punto si può considerare accettabile che il bambino rimanga con la famiglia? Se posto sullo sfondo delle azioni estremamente gravi intraprese da ciascun genitore,

È possibile che alcuni episodi impediscano loro di maturare normalmente? L’articolo 31, comma 2, recita che lo Stato “protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, promuovendo le istituzioni all’uopo necessarie”.

In materia di leggi, l’articolo 30 della Costituzione italiana recita: “È dovere e diritto dei genitori mantenere, educare ed illuminare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio”. Quando uno o entrambi i genitori non sono in grado di provvedere ai propri figli, interviene la legge.

È pratica comune che le persone intraprendano misure estreme come quella sopra descritta per compensare l’assenza di cure parentali e di investimento emotivo? Gabriella Carsano, 57 anni, e suo marito Luigi Deambrosis, 69 anni, del Monferrato, Italia, hanno trascorso anni alla ricerca della figlia scomparsa.

La loro figlia è nata tardi nella vita ed erano troppo vecchi per prendersi cura di lei. Dopo essere stati accusati di averla lasciata in un’auto calda per quattro minuti, alla fine è stata adottata. Il Pg della Cassazione in questo caso, Francesca Ceriani,

ha detto agli atti che l’adozione è una situazione “la cui genesi non è legale” e che la famiglia adottiva dovrebbe fare il possibile per effettuare il passaggio nuovamente alla cura del figlio biologico. famiglia nel modo più tranquillo possibile.

Genitori Martina Levato

Nel marzo dello scorso anno il Tribunale di Torino si era pronunciato a favore dell’adozione, ma ormai i genitori biologici della ragazza avevano interrotto ogni contatto con lei. La bambina è nata nell’aprile del 2010 e la famiglia ha adorato lei per i primi diciotto giorni frenetici della sua vita fino a quando non sono stati accusati di averla scaricata in un’auto. Il padre ha lasciato la figlia addormentata in macchina mentre lui entrava per scaldare il latte.

A chiamare i carabinieri è stato un vicino di casa preoccupato, che ha denunciato i genitori della ragazza per abbandono di minore. Alla fine i genitori furono prosciolti da ogni accusa. Fino al 2012, quando la Corte d’Appello dichiarò adottabile e la Cassazione confermò tale decisione, la giovane e i suoi genitori adottivi si incontravano sotto stretto controllo e solo in orari e luoghi prestabiliti.

Evidentemente la famigerata coppia acid milanese Martina Levato e Alexander Boettcher non hanno la “capacità genitoriale” o la “cura” per allevare i figli, come stabilito da un’indagine di esperti. A questa conclusione sono giunti gli esperti reclutati dal tribunale per i minorenni di Milano; ora il tribunale dovrà decidere se consentire o meno l’adozione del piccolo.

I profili tracciati dagli esperti dopo una lunga serie di interviste ad Alessandro e Martina fanno oscillare il pendolo della psicogiustizia verso il “no”, ma soprattutto verso la gravità dei reati commessi, la “devianza” sessuale e le severe sanzioni finora comminate per entrambi: per Martina, 12 anni in appello per il caso Barbini, e 16 anni per le altre aggressioni. Dopo aver fatto appello, la condanna originaria di Alex a 23 anni nel processo Barbini è stata ridotta a 14 anni.

Prima del 14 giugno, i ragazzi possono scrivere e presentare pensieri critici sulla relazione degli esperti consultandosi con i propri consulenti e con quelli dei genitori.

La fase successiva prevede che il tribunale tenga un’udienza e decida le future modalità di vita del bambino, ad esempio se rimarrà affidato alle cure di sua madre , dei suoi nonni o di una nuova famiglia adottiva, sulla base del documenti presentati da tutte le parti coinvolte. Per il resto della sua vita, o finché tutti gli appelli non saranno esauriti.

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