Vittoria Zanetti Wikipedia – Matteo Pichi, classe 1986, e Vittoria Zanetti, classe 1991, sognavano di portare un pezzo di California in città , e lo hanno fatto attraverso un format di ristorazione giovane e innovativo: sia nell’offerta gastronomica e nello stile un interior design che colpisce per l’intensità dei suoi colori, la semplicità degli arredi e il fascino della piazza esotica.
Mantovano di nascita e milanese d’adozione, si è trasferito per un periodo in California mentre completava la laurea triennale in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano. Lì, aveva in programma di studiare l’inglese e concentrarsi su quello che doveva essere l’inizio della sua carriera politica.
Dopo essersi innamorata dello stile di vita rilassato della West Coast e delle sue numerose poke house, ha deciso di trasformare il suo amore per la cucina in un vero e proprio business e, insieme a Matteo Pichi, ha lanciato Poke House. Bella la narrazione di Vittoria Zanetti; è nata a Mantova ma cresciuta come milanese.
Lavorava nel settore dei servizi, ma ora gestisce Poke House come amministratore delegato. Potresti dirmi se lo conosci? Nel 2021, il marchio di ristorazione Come On, lanciato nel 2018, prevede di guadagnare oltre 40 milioni di euro di vendite. Il marchio ha attualmente 105 sedi in sette paesi.
Urca. Ce ne sono 21 proprio qui a Poke House City, quindi è altamente improbabile che tu non abbia familiarità con ciò di cui stiamo parlando. Poi c’è il popolare poke, che unisce il meglio sia del tradizionale piatto hawaiano che del moderno stile californiano. È luminoso e fotogenico, il che lo rende ideale per la nostra era esteticamente consapevole.
Al contrario, abbiamo sostenuto, Vittoria Zanetti. L’HuffPost è stato molto incuriosito dal retroscena che l’imprenditore ha condiviso con noi, quindi glielo abbiamo chiesto.”Quattro anni fa, quasi tutti in Italia capivano il poke”, ha detto Zanetti, che ha co-fondato Poke House con il suo amico Matteo Pichi.
“Ho fatto molta pratica nei ristoranti, ho viaggiato, ho preso in prestito l’idea perfetta all’estero, e poi l’ho portata qui”. Vittoria, classe 1991, ha sottolineato l’importanza dell’apprendistato. “Niente accade per caso. Per avere successo bisogna rimboccarsi le maniche e sporcarsi. Ai miei coetanei dico questo: non abbiate paura di sporcarvi le mani;.
valorizzate le lezioni che imparate anche nelle compiti; e non rinunciare mai ai tuoi sogni. Da giovani con una nuova prospettiva, siamo stati in grado di ottenere denaro per i nostri sforzi. Parole adorabili, specialmente in questi tempi difficili per l’industria della ristorazione, dove sembra che sempre meno persone siano interessata a lavorare lì.
Il 29 settembre Vittoria Zanetti parlerà all’Italian Tech Week, tenutasi alle OGR di Torino per celebrare il World Poke Day. Meglio: per parlare di Poke House, la sua azienda che ha contribuito a diffondere e diffondere questo cibo tradizionale hawaiano, spesso a base di pesce crudo marinato, in tutta Italia e non solo.
Ci ha detto con un sorriso che i suoi genitori probabilmente l’avrebbero uccisa se avessero saputo che aveva lasciato un lavoro sicuro per il bene di un’avventura. Tenendo conto di tutto ciò che ha detto, possiamo dire che la lotta che ha dovuto affrontare con la sua famiglia non è stata facile. Dopo 4 anni, $ 25.000.000 di investimenti, 1000 membri dello staff e 130 ristoranti,.
ora possiamo ammettere che aveva ragione. Zanetti, che sta appena entrando nei suoi 30 anni, è il co-fondatore e CEO di Poke House. “Insieme a Matteo Pichi, l’abbiamo fondata nell’aprile del 2018 – ha ricordato con noi – All’epoca lui era country manager di Glovo, e io lavoravo nell’ufficio marketing di Calzedonia, prima a Milano e poi a Verona.
Eppure , erano entrambi alla ricerca di un cambio di passo. Per citare quella donna: “Ho sempre voluto lavorare nel settore della ristorazione, per sviluppare il mio locale. Per placare i sospetti dei miei genitori, ho mantenuto un lavoro, ma la mia mente era altrove. Attribuisce al suo fatidico incontro con Pichi un ingrediente chiave nella ricetta del successo, dicendo:.
“Professionalmente, ci siamo completati a vicenda”. Inoltre, le nostre differenze ci hanno permesso di compensare le reciproche debolezze. Non è difficile indovinare quale sia la seconda componente: il cibo. Simile nella comprensione alla tariffa proposta: “Il mio amore per il poke è nato tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, l’ho scoperto negli Stati Uniti, .
facendo spesso viaggi in Florida e in California – ci ha raccontato, intervenendo sulla sua proprio telefono da Miami – In Italia non esisteva praticamente, e soprattutto Bowl, come nel contenitore in cui mettere i propri ingredienti, non era un concetto che esisteva, per questo ho avuto l’idea di introdurre quei sapori, aromi e attrazioni della nostra patria.
L’ultimo studio di Growth Capital conferma l’ipotesi, dimostrando che l’industria dei poke shop in Italia è cresciuta del 140% dal 2021 e vale oggi 328 milioni di euro . Poke House è cresciuta fino a raggiungere oltre 130 sedi in paesi come Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Regno Unito, Romania e Stati Uniti .
La catena ha inoltre acquisito altre due aziende in Austria e nei Paesi Bassi. Nessuno dei negozi è in franchising, contrariamente alla credenza popolare; questa è probabilmente la terza ragione del loro successo, in quanto spiega perché sono riusciti ad espandersi fino ad assumere oltre mille persone:.
“I ristoranti sono nostri, e questo ci permette di avere il controllo totale su quello che facciamo, di curare meglio i prodotti e per offrire un servizio migliore.” E per rispondere alla domanda che è emersa man mano che la popolarità di poke è cresciuta: come puoi bilanciare la produzione con la qualità ? Zanetti ha risposto: “Ci preoccupiamo della qualità , a cominciare da quella del cibo, e selezioniamo le materie prime con estrema cura.
