Vittoria Zanetti Biografia – Matteo Pichi, classe 1986, e Vittoria Zanetti, classe 1991, sognavano di portare un pezzo di California in città , e lo hanno fatto attraverso un format di ristorazione giovane e innovativo: sia nell’offerta gastronomica – poke bowl in chiave californiana – e nello stile, attraverso un interior design che colpisce per l’intensità dei suoi colori, .
la semplicità dei suoi arredi con materiali naturali, e il fascino dell’esotico pla. Mantovano di nascita e milanese d’adozione, si è trasferito per un periodo in California mentre completava la laurea triennale in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano. Lì, aveva in programma di studiare l’inglese e concentrarsi su quello che doveva essere l’inizio della sua carriera politica.
Poke House è stata fondata da lei e Matteo Pichi dopo aver trascorso del tempo nell’atmosfera rilassata della costa occidentale e essersi ispirati ai numerosi ristoranti di poke della regione. Amministratore delegato di 40 aziende dislocate in 80 paesi per un totale di oltre 4.000 persone, Massimo Zanetti può a buon diritto definirsi il “re del caffè” a Milano.
Quando era giovane, ha avviato un’attività di patate, vendendo tuberi a sua madre. Alla fine si interessò agli affari e dichiarò: “Sono nato imprenditore”. Innanzitutto mettiamola così: TREVISO. Stare seduti sul terrazzo bianco di una casa cinquecentesca recentemente ristrutturata, guardando il tramonto tra il roseto e gli alberi secolari, mette sicuramente di buon umore chiunque.
Una cosa è certa: i racconti del padrone di casa sulla sua infanzia nell’edificio ti faranno sentire sazio come dopo aver bevuto un potente infuso. Il leader 65enne di Primo Treviso, Segafredo , ha molto da dire. E la più importante di tutte: “Adoro la libertà , è la mia parola preferita”. Libertà dalle tessere di partito”che tanto puzzano di fascismo, nazismo, comunismo e tutti gli altri “ismi” del Novecento”, .
libertà da rispettare “perché ogni paese ha la sua storia, le sue tradizioni, e l’Occidente non può imporre il suo modello ovunque”, libertà di garantire “la mia onlus che aiuta i popoli africani insegna loro ad autogestirsi” libertà di movimento “nella mia vita ho La “madre” di tutte le libertà , l’indipendenza dal bisogno, viene prima nella catena degli eventi.
Zanetti è ricchissimo, e non nasconde di esserlo. Fin dalla giovane età , i miei fratelli maggiori sono venuti da me chiedendo soldi perché sapevano che potevo farcela. La verità è che mi sono sempre visto come un imprenditore.Per illustrare il suo punto, Zanetti mostra l’orto di sua madre nel parco, dicendo:.
«È suo, lei mi aveva incoraggiato a conservare la villa e io ho mantenuto il mio impegno. Ora, alla tenera età di sei anni, ho iniziato a coltivare patate proprio in quell’orto, che poi ho raccolto e venduto a mia madre. Inoltre, ha sborsato i soldi per coprire il conto. Per dirla semplicemente, quella è stata la mia prima avventura”.
Man mano che l’azienda cresceva, il titolare racconta: “Più tardi mi sono dedicato all’allevamento dei conigli: il giardiniere andava a venderli al mercato. Tutte le cose che ho fatto le ho prese sul serio, perché è così che sono fatto. Al punto che mi ha ripreso dopo avermi detto che ero nato vecchio.In realtà non ricordo un momento in cui mi sono divertito così tanto.In alternativa: «Mi piace il compito in sé».
L’imprenditore, all’epoca ancora ventenne, rilevò Silver Caffé e altre 14 torrefazioni di caffè. Zanetti ora controlla un impero globale del caffè che comprende 40 aziende, impiega oltre 4.000 persone e genera miliardi di entrate all’anno. Per gli aspiranti amministratori comunali la palestra qui non è seconda a nessuno.
Per Zanetti l’aiuto è sempre ben accetto: «Sono un grande organizzatore e amo circondarmi di validi collaboratori: ci sono persone che lavorano per la mia famiglia da tre generazioni. Oltre al successo finanziario, attribuisco un grande valore al ruolo sociale che gli imprenditori svolgono nella nostra società .
Inoltre, questo è ciò che significa essere un’organizzazione senza scopo di lucro. Trovo gioia nel successo di coloro che mi circondano. Lo attribuisco alla mia educazione religiosa: «Sono cattolico devoto, mi sento benedettino perché incoraggiano la preghiera e il lavoro».In realtà , c’è da dire che Zanetti si dedicava anche a sane forme di intrattenimento, come lo sport suo .
“papà era ossessionato dallo sport, voleva che tutti noi bambini ne seguissimo uno, io boxe e i miei fratelli judo, la musica ha partecipato al festival della musica leggera a Bibione insieme ad Annarita Spinaci, e lirica ha “studiato per 7 anni, un nostro dipendente era corista al Teatro Comunale e mi faceva cantare le opere”.Dice: “Ho fatto tante cose, e nelle cose che faccio, in genere ci riesco,.
al punto che mi chiamavano Gastone Paperone. Ma questo non è un regalo, perché ti confonde, e rischi di non capire quale è più la strada giusta”. L’ex moglie l’aveva spinta in questo ammonimento: «O mi sposi e diventi un uomo serio, o ti lascio». “Così ho pensato, ‘Ok, venderò semplicemente caffè'”.
continua il narratore. In ogni caso, non ho rimorso per quanto accaduto. Per dirla semplicemente, quella era la giusta linea d’azione”.Tuttavia, la coppia ha deciso di separarsi. Il duo padre e figlia Laura e Matteo ora lavorano fianco a fianco. Purtroppo Zanetti ha un solo nipote perché sua figlia è sposata ma suo figlio no.
Nel frattempo, il patriarca della famiglia farà il nodo. Dalla tribuna si annuncia quanto segue: «La mia compagna è Sigrid, di origini norvegesi e spagnole. Ho deciso di proporle. È dopo le elezioni, ovviamente; Gentilini è l’uomo da battere ora. «O io o Manildo possiamo portare il cambiamento di cui questa città ha tanto bisogno. Per realizzare un cambiamento significativo», dice Zanetti.