Serena Bortone vola con gli ascolti, ma per lei ora si ipotizza un provvedimento disciplinare Rai

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Serena Bortone vola con gli ascolti, ma per lei ora si ipotizza un provvedimento disciplinare Rai
Serena Bortone vola con gli ascolti, ma per lei ora si ipotizza un provvedimento disciplinare Rai

Serena Bortone vola con gli ascolti, ma per lei ora si ipotizza un provvedimento disciplinare Rai – L’audience della puntata aumenta quando l’interdizione di Antonio Scurati a Chesarà sfocia in una disputa politica e mediatica. La lettura dell’opera di Scurati da parte di Bortone, nel frattempo, potrebbe avere conseguenze indesiderate. Secondo Repubblica ci saranno provvedimenti disciplinari dopo la conclusione della trasmissione a giugno.

La risposta dell’azienda al comunicato di UsigRai

Fu allora che Sergio disse che c’era stato un tentativo di “distruggere la Rai”. Sulla base di questi commenti è arrivata a casa sua una lettera dell’UsigRai in cui si diceva: Se vuoi difendere l’azienda devi dire chi vuole distruggere la Rai. oltre a sostenerlo, ovviamente. Il sindacato dei giornalisti ha diffuso una dichiarazione sul quotidiano inasprimento dei controlli soffocanti, diffusa dai mezzi di informazione. Procedendo inoltre come segue:

Due canali che avevano avuto un monologo il 25 aprile su una rete diventata contorta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori, ora non possono nemmeno vederli, grazie all’interferenza dei manager nominati dal governo che hanno spogliato i canali della loro identità. A fornire ora le spiegazioni economiche sull’assenza di Scurati è la stessa società che ha investito sei milioni di euro nell’Avanti Popolo.

Per ragioni che le prove hanno già dimostrato essere false, ci troviamo di fronte a una struttura di controllo onnipervasiva che viola le norme del giornalismo. Mercoledì, nel comitato di redazione della Rai, è stato proclamato lo stato di malcontento e approvato lo sciopero di cinque giorni. Cari telespettatori, miriamo a un servizio pubblico pluralistico, imparziale e indipendente e ci dissociamo dalle decisioni aziendali.

Con riferimento al provvedimento disciplinare Rai e alla cessazione di giugno di Bortone

C’è però da chiedersi se Serena Bortone, che ha letto la poesia di Antonio Scurati vietata dalla multinazionale e regalata gratuitamente dall’autore all’inizio dello spettacolo, dovrà affrontare delle conseguenze. Per dirla in altro modo, lo ha letto contemporaneamente a Qualcosa di diverso su La7. Secondo Repubblica, Bortone subirà delle conseguenze, come la fine del progetto Chesarà a giugno e la possibilità di perdere il lavoro. Va detto che queste affermazioni potrebbero, in questo particolare scenario, essere vantaggiose per il presentatore piuttosto che un rischio.

L’amministratore delegato Roberto Sergio: “Non mi era stato detto”

L’amministratore delegato Roberto Sergio ha dichiarato a La Stampa che “nessuno mi ha informato” che il monologo di 26 minuti dello scrittore era stato abbreviato. La giornalista Serena Bortone ha postato sui social qualcosa, ha detto, che lo ha portato a conoscere il caso Scurati. L’amministratore delegato ritiene che la ricostruzione dell’azienda avrebbe potuto essere gestita diversamente, anche se sembra esserne favorevole, come ha ribadito Giorgia Meloni. «Possiamo parlare anche della richiesta di 1800 euro per un minuto in onda – dice – e se fosse o meno scandalosa o in linea con gli standard Rai.

e quindi anche immorale, ma invece di metterlo al bando avrei chiesto a Serena Bortone se fosse necessario un riequilibrio nel rispetto delle leggi che garantiscono la parità di condizioni. L’audience della puntata aumenta quando l’interdizione di Antonio Scurati a Chesarà sfocia in una disputa politica e mediatica. La lettura dell’opera di Scurati da parte di Bortone, nel frattempo, potrebbe avere conseguenze indesiderate. Secondo Repubblica ci saranno provvedimenti disciplinari dopo la conclusione della trasmissione a giugno.

“L’ho preso dallo scrittore”, risponde l’uomo. Sulla sua pagina Facebook, Giorgia Meloni ha condiviso una dichiarazione diventata virale, in cui afferma che le persone che hanno continuamente subito discriminazioni e censure da parte del governo non chiederanno mai restrizioni agli altri. Il presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta ha difeso Scurati affermando: “L’Associazione Italiana Editori è al fianco degli editori nel ribadire che la libertà di espressione è al centro della democrazia”.

Trovo estremamente offensivo che questo Scurati non riesca a leggere la sua breve pagina, nella quale afferma inequivocabilmente che il fascismo era una cattiva idea e che potrebbe ritornare in qualsiasi momento, magari in futuro durante le elezioni. Essere presa in giro da Fiorello è la cosa migliore che le potesse capitare. Giornali di destra come Libero le ricordano che su Rete4 ha avuto un voto inferiore a Don Camillo. Il leader del gruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti, ne chiede le dimissioni.

Molte persone hanno familiarità con la storia. Secondo Serena Bortone di RaiTre, il discorso di Scurati sarebbe stato soffocato da forze oscure e misteriose durante la trasmissione Chesarà del 25 aprile. L’orribile notizia ha squarciato i cieli italiani nel momento più vulnerabile della giornata, quando le persone sono sedute a cena per alleviare le loro anime stanche dopo una lunga giornata. Come accennato in precedenza, l’annuncio che ha posto fine a due conflitti quasi mondiali,

Serena Bortone vola con gli ascolti, ma per lei ora si ipotizza un provvedimento disciplinare Rai

Soprattutto, le poche persone che conoscevano lo scrittore Antonio Scurati sono rimaste scioccate e confuse dalla sua improvvisa apparizione, stranamente simile a un androide di Blade Runner. Approfittare di BenitoMussolini era la specialità di Scurati. Assomiglia un po’ a quegli atei che mettono il nome “Dio” nel titolo del libro e poi lo tolgono. Eppure il pubblico venne a conoscenza del suo contenuto a causa della censura di un’opera come Le galline di Renzo, che sarebbe servita solo ad esacerbare la rivalità e la gelosia tra Scurati e Saviano.

Saviano si è lamentato, ma almeno è stato pagato, anche se il suo spettacolo è stato montato allo stesso modo. Ne ho scritto qui. Tuttavia, come dicevamo in precedenza, Serena Bortone ha cercato di attirare l’attenzione in tutto questo, anche per la necessità di promuovere il suo libro, che esce oggi, 25 aprile, e che parla di “amore”, seppure del 1987. La preoccupazione principale della sua giovane eroina, come apprendiamo dal libro, è se l’amore possa esistere o meno. La consapevolezza di aver potuto sperimentare veramente l’amore è un po’ di sollievo per gli italiani.

Eppure ieri Serena è apparsa cliché e contrita, dicendo cose del tipo: “Temo che l’arte e la cultura soffriranno se avremo solo cantanti di regime”. Non solo, ma vediamo già questi cantanti di regime curvi su una cattedrale gotica, con l’arpa in mano, recitare odi ai nuovi imperatori nella fresca brezza del giorno. Serena è preoccupata, a dire il vero. Diversi personaggi dello spettacolo imitano più e più volte lo stesso canto ansimante, dando l’impressione che lo spettacolo sia una copia scadente di quello di Fabio Fazio, che è stato anche fonte di ispirazione. Pedro Almodovar, il regista, Maurizio Landini, sembrano pazzi

in primis l’immancabile Erri De Luca e in secondo luogo Ascanio Celestini, altrettanto meritevole di menzione speciale. Ottimo lavoro, Celestini. Doveva essere negli anni del cucco, almeno per quello che ricordo di lui da bambino, ma anche prima di Scurati faceva sempre un’apparizione in TV il 25 aprile per pronunciare i monologhi richiesti.

Pur mantenendo la barba ieratica e il dialetto da trattoria romana, ha raccontato del Pigneto, un sobborgo economico dell’antica Roma trasformatosi in un centro di eccellenza radical-chic dopo il passaggio del Partito Democratico da popolare a elitario. Poi, quasi senza preavviso, sono iniziate le riprese di Roma Città Aperta di Roberto Rossellini, proiettato sul muro bianco e lunare della Piramide. Ora, però, torniamo al presente. Gli ascolti per il programma di Bortone sono bassi, dal 3,4% al 5,1%, nonostante i suoi diligenti sforzi.

quando il pubblico aveva bisogno che lei componesse una mandrakata per tenerli svegli. La chiusura è ancora un’opzione, anche se se ne era parlato prima di Scurati. Ma chi è Bortone? La sua classificazione come “antifascista” e la sua fede cattolica sono due dei suoi tratti ovviamente distintivi. Poiché sua madre era catechista e suo padre era seminarista, ne consegue che lei fa parte del cosiddetto gruppo catto-comunista.

Suo padre era il sindaco di Washington, DC, e Serena è stata istruita esclusivamente da monaci. Serena però deve fare attenzione, dal momento che un astuto prete di nome Gianni – o, più precisamente, Marco Damilano – gestisce i territori cattolico-comunisti. Ebbene, hic sunt leones, come si suol dire.

Inoltre, Marco è un tipo duro; finora è l’unico “di sinistra” ad opporsi a Rai Tre. Questo lo faceva infuriare e lo raffinava, essendo un gesuita. E tutti coloro che si avventurano nei suoi quartieri, che includono una piazza specifica a Trastevere, vengono fatti a pezzi dalla moltitudine di leoni feroci che infestano quelle zone pericolose.

A Roma, dove vive Sant’Egidio, ma questa è un’altra storia. Invece di dare per scontato che il “regime” che immagina sia il suo vero nemico, Serena dovrebbe procedere con cautela. Per Serena Bortone il prezzo potrebbe essere alto. Dicono di aver predisposto il provvedimento disciplinare. Secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, “Quello che sarà” potrebbe concludersi alla fine di questa stagione. Criticando pubblicamente il caso Scurati sui social, il conduttore

ha davvero superato in velocità il settore pubblico. parlando delle reazioni negative, degli scandali, delle foto dietro le quinte e della dichiarazione sui social media del premier Meloni. L’analisi si concentra ora sui risultati dell’audit delle trasmissioni se il compenso dello scrittore – si parla di 1.800 euro – fosse rimasto stabile fin dall’inizio. Altri sottolineano la scarsa disponibilità dei vertici Rai a sostenere ogni possibile iniziativa.

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