Piero Pelù Genitori

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Piero Pelù Genitori – Il 10 febbraio 1962, a Firenze, viene al mondo Piero Pelù. Famoso per aver fondato il gruppo rock italiano Litfiba, emerso a metà degli anni ’80 e rimasto uno degli artisti più amati del paese per più di un decennio, questo leggendario cantautore/rock ha influenzato innumerevoli musicisti italiani.

Lascia i Litfiba a cavallo del millennio, si cimenta nella carriera da solista, per poi rientrare nel gruppo fiorentino nel 2009. È un frontman di grande impatto scenico e impegno politico.Provare quasi istantaneamente intensi sentimenti di amore per la musica. Quando era più giovane, negli anni ’70, trovò ispirazione nella scena punk londinese e decise di trasferirsi lì.

Mentre era al liceo, ha formato una band chiamata Mugnions, un nome che ha preso dal vicino fiume Mugnone, che scorre vicino al condominio della sua famiglia.Terminate le scuole superiori, Piero dovrà decidere se proseguire gli studi o seguire la sua vera passione. Nel 1980, finalmente arrivò alla destinazione dei suoi sogni, Londra,.

e fu così preso dalla città che progettò di rimanerci a tempo indeterminato. Ma dopo essere stato deluso dal puk borghese inglese, torna nella sua città natale, Firenze, per studiare politica all’università.Alberto Spreafico, un famoso professore, è uno dei suoi istruttori, ma la sua carriera accademica non decolla e lascia la scuola nel 1983.

Un gruppo rock che sarà poi pioniere dell’onda italiana fondendo suoni mediterranei con il popolare stile brit-rock è stata fondata sulle fondamenta da lui gettate l’anno prima. In realtà, Antonio Aiazzi, Federico “Ghigo” Renzulli, Gianni Maroccolo e Francesco Calamai, spina dorsale storica del gruppo, si conoscono e danno vita ufficialmente ai Litfiba nel 1980,.

quando il giovane Piero decide di abbandonare il progetto Mugnions e fondare una nuova band. Il 6 dicembre 1980, alla Rokkoteca Brighton di Firenze, si esibiscono per la prima volta.Non ci vuole molto perché i Litfiba si facciano conoscere e inizino a fondersi insieme. Già nel 1982 la band Pelù dominava l’Italian Rock Festival.

Ora che non è più vincolato dai compiti scolastici, il cantante fiorentino può dedicare tempo ed energie allo sviluppo delle sue capacità creative. Studia il mimo ei fondamenti del teatro sotto la guida di Orazio Costa, e frequenta laboratori sull’uso delle maschere basilesi.Nel 1983, è apparso insieme ad altri attori nello spettacolo postmoderno “Eneide”, .

successivamente riadattato dal gruppo di sperimentazione teatrale Krypton con musiche dei Litfiba. Piero Pelù, fiorentino intraprendente, entra a far parte delle liste degli obiettori di coscienza nel 1984 e continua a contribuire fino al 1986. Negli stessi due anni la Litfiba si fa conoscere in Francia partecipando a diverse kermesse di rilievo rivolte alla new wave emergente bande.

Hanno spettacoli in programma in molte città, tra cui Bourges, Rennes, La Villette e la Fete de l’Humanité.Insieme ai suoi amici, Pelù pubblica nel 1985 il suo primo lavoro editoriale, intitolato “Desaparecido”, che dà il via a una popolare trilogia dedicata alle vittime di ogni abuso di potere.

È il primo passo verso il sogno di una vita che vedrà Pelù e Litfiba girare il mondo come interpreti definitivi dell’hard rock e del rock italiano per il prossimo decennio e mezzo. L’anno successivo vede l’uscita di “17 Re” e il 1988 vede “Litfiba 3” arrivare sugli scaffali. I testi, scritti in una sola seduta con un atteggiamento aggressivo e talvolta poetico,.

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mostrano un rifiuto del totalitarismo e del proibizionismo in tutti e tre gli album.Questi prossimi anni sono cruciali per Pelù e il suo gruppo. Il suono rivoluzionario del cantante – rivoluzionario per l’epoca, almeno in Italia – e la grande vena istrionica che possedeva attirarono un numero crescente di fan, che gremirono le sale da concerto per vederlo esibirsi dal vivo.

Album dal vivo come “12-5-87” e “Pirata” del 1990 attestano la formidabile abilità musicale e il sorprendente sviluppo artistico dei Litfiba, l’ultimo dei quali alla fine spinge la band a un ampio successo. Il singolo “Cangceiro” è il più notevole delle due raccolte; la stampa comincia a parlare di un vero e proprio “wave rock mediterraneo”, con Piero Pelù ei Litfiba come veri protagonisti.

Inoltre, l’idea di Pelù di promuovere nel 1986 il comitato “Musica contro il silenzio”, testimonia il suo impegno politico e sociale, sfociando nel settembre successivo a Palermo, in occasione dell’anniversario dell’assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, con una festa contro la mafia.

Quando Pelù incontra finalmente Teresa De Sio l’anno successivo, finiscono per lavorare insieme a “Cinderella Suite”, un album del cantante prodotto da Brian Eno e Michael Brooks.Negli anni ’90, la band ha raggiunto una popolarità diffusa grazie al loro album “Tetralogy of the Elements”, che ha venduto il disco di platino, .

che ha visto la band evolversi dall’hard rock al keto pop rock, l’ultimo dei quali presentava alcuni intriganti svolazzi elettronici. Ciascuno dei quattro dischi della tetralogia rappresenta uno dei quattro elementi classici: fuoco, orecchio th, aria e acqua. Il primo dei quattro dischi, intitolato “El diablo”, è stato pubblicato nel 1991.

“Terremoto”, uno dei dischi rock più memorabili dei Litfiba, è nato nel 1993 quando la band è tornata da un lungo tour europeo. Pelù e soci guadagnano enormi fette di pubblico pop grazie al loro lieve ammorbidimento tonale sul singolo di successo “Spirito” pubblicato l’anno successivo.

Nel 1995, invece, Piero Pelù e il suo amico fotografo Alex Majoli realizzarono uno speciale accompagnato da un video reportage intitolato “Lacio drom”, che in lingua rom si traduce in “buon viaggio”.Nel 1996 gli viene chiesto di eseguire un duetto con Luciano Pavarotti nel brano “I te vurria vasà” per il progetto “War Child”.

, a ulteriore testimonianza del grande successo che aveva ottenuto tra musicisti di vario genere. Nello stesso anno, dopo alcune apparizioni alla trasmissione televisiva “Quelli che il Calcio”, inizia a scrivere per l’edizione fiorentina de La Repubblica.Firma anche un’introduzione per un libro di poesie di Jacques Prévert, “Questo Amore”, edito da casa Salani e letto dal cantante.L’ultima puntata della tetralogia.

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