Paolo Galdieri Avvocato Malattia – La missione di Computer Forensics è fornire assistenza legale giudiziale e stragiudiziale nel campo in crescita dei crimini digitali. Questi crimini includono diffamazione online, frode nei servizi bancari online, phishing, furto di identità, violazioni della privacy, violazioni del copyright e diffusione di pornografia infantile e altre forme di abuso di minori online.Entrando a far parte di BLB Studio Legale, sarà responsabile del nuovo Dipartimento di Cyber Crime, Computer Forensics, Cyber Security e Cyber Warfare della società.
I servizi di consulenza forniti da Paolo Galdieri, avvocato con una vasta esperienza nel settore, avranno un impatto non solo sul settore della Digital Forensics, che mira a identificare, raccogliere, conservare e valutare – principalmente a fini probatori – prove digitali, ma anche sulla Cyber Security, l’ambito che si occupa della salvaguardia dei computer e delle reti informatiche.Cyber Warfare, o guerra cibernetica, è l’uso di sistemi elettronici, informatici e di telecomunicazione nel tentativo di intercettare, alterare e distruggere i sistemi di informazione e comunicazione “nemici”.
Questo campo offrirà presto servizi di consulenza e formazione alle istituzioni militari e di altro tipo.Alessandro Benedetti, socio fondatore di BLB, ha detto del nuovo dipartimento guidato dall’Avv. Paolo Galdieri, “Il prezioso contributo del nuovo Dipartimento consentirà a BLB Studio Legale di garantire un supporto legale e nei confronti delle aziende che sempre più incontrano problematiche relative alla sicurezza dei dati, anche dei propri clienti.”
Silvano Lorusso, socio di BLB, ha dichiarato: “Con il suo ingresso, BLB Studio Legale riesce anche a garantire pieno supporto nel settore del diritto penale al massimo livello qualitativo, con particolare riguardo alle sanzioni commerciali e fallimentari, ma anche alla categoria dei crimini digitali”.Si è formato presso la Scuola di Diritto Penale del Prof. Aldo Casalinuovo, dove si è laureato con il massimo dei voti. Fin dai suoi studi di dottorato, Paolo Galdieri è stato allievo del Prof.
Vittorio Frosini, l’uomo accreditato di aver fondato il campo dell’informatica giuridica in Italia. Informatica Giuridica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Diritto Penale dell’Informatica presso l’Università Luiss di Roma e l’Università degli Studi di Chieti – Pescara G D’Annunzio, Diritto Penale e Processuale Penale presso l’Università Telematica Telma di Roma, e Professore Ordinario di Giurisprudenza presso la Luiss – Guido Carli Università.
È direttore della sezione Digitalcrime di Key4biz e segretario generale di ANDIG Associazione Nazionale Insegnanti di Informatica Giuridica. Tra i suoi numerosi lavori c’è il seminale libro italiano sulla criminalità informatica, Teoria e pratica nell’interpretazione del crimine informatico Giuffrè, Milano, 1997. Insegno informatica giuridica all’Università LUISS di Roma.I metodi di difesa utilizzati nei procedimenti per crimini informatici si sono evoluti nel tempo e l’avvocato Paolo Galdieri spiega come ciò si rifletta nell’evoluzione dell’immagine dell’autore del reato informatico.
Alla fine dell’intervista, fornisce un’affascinante sintesi dei recenti sviluppi del crimine informatico. Alla domanda sui crimini informatici, l’avvocato Galdieri ha risposto: “Persone che non sono a conoscenza di questi crimini”. “Spesso li abbiamo portati a sottovalutarli, qualcuno ha portato a non rendersi nemmeno conto di violare la legge, e qualcun altro ha portato a non rendersi conto di essere una vittima”. Molte persone sui social media calunniano senza rendersene conto.
I “crimini informatici” sono al centro dell’attenzione qui. Sono più radicati nelle nostre vite, se non nella nostra routine quotidiana, ma in passato molte persone, specialmente quelle che vivevano nel sud rurale, non le riconoscevano.Gli italiani hanno difficoltà a riconoscere i reati in questo ambito informatico? Professor Paolo Galdieri, lei ha scritto un libro dedicato a questo tema: “Il diritto penale dell’informatica: diritto, giudice e società”.
È vero che l’Italia è indietro sotto molti aspetti quando si parla di innovazione tecnologica.“Partiamo da una premessa: questo argomento è palesemente nuovo rispetto a quello che viene definito diritto “convenzionale”. All’inizio si è parlato di sicurezza informatica, ma solo da un punto di vista tecnico, non giuridico.Quando inizieremo a discutere di crimini informatici?Dalla fine degli anni ’80 è stata riconosciuta la necessità di una nuova legislazione penale per regolamentare la questione.
Qui abbiamo i primissimi esempi di criminalità informatica nel 1993, inclusa la condivisione di password e altre informazioni identificative e intercettazioni informatiche. Una sfilza di crimini rimasti impuniti poiché la nostra società all’epoca non era informatizzata.E poi cosa è successo?Non c’erano regolamenti in vigore, quindi molti di questi reati non sono stati denunciati. E poiché nessuno si è lamentato, non è cambiato nulla, come un cane che si morde la coda.
Il codice penale e una parte del codice di procedura penale sono stati aggiornati per la prima volta per riflettere gli sviluppi tecnologici nel 1993.Quando sarà considerata “matura” la normativa in materia di reati informatici?Nel 2008 “questo discorso è completo e le modalità di ricerca delle prove sono stabilite e codificate”, compresi il sequestro, la perquisizione informatica e l’ispezione informatica.È criminalità informatica italiana poco conosciuto?
Il mio libro si basa sulla premessa di rendere questo molto semplice per il lettore. Abbiamo una forza dedicata di polizia e giudici che sono esperti in questo campo. In ogni corte d’appello dovrebbero esserci magistrati esperti in reati su Internet. Come le Poste e il Tech Center della Finanza, i Carabinieri hanno ora al proprio interno un reparto tecnologico. Il verbale infamante deve essere reso visibile a tutti. La diffamazione deve essere letta in presenza di testimoni.
Migliora la tua spiegazione di È possibile, ad esempio, che i pubblici ufficiali delle forze di polizia postale certifichino l’avvenuta diffamazione a seguito di denuncia. Se tutto il resto fallisce, puoi sempre cercare un notaio che possa attestare la veridicità della dichiarazione calunniosa in questione.Le osservazioni discriminatorie basate sulla religione o sulla razza di una persona sono illegali ai sensi della legge Mancino, che criminalizza “l’incitamento all’odio”.
La misura proposta renderebbe illegale la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale o dell’handicap.Chi infrange la legge Mancino va incontro a gravi conseguenze.Dal primo al sesto giorno, anche nelle peggiori condizioni, c’è un piano. Il giudice ha un certo margine di manovra qui. Se non hai niente da nascondere, non hai quasi niente da perdere.