Pafundi Genitori – Sia Mancini che l’Udinese di Mancini hanno esordito in Serie A contro l’Albania a novembre. Simone Pafundi, classe 2006, è una stella dell’Udinese che da tempo attira l’attenzione. Per la sua seconda convocazione consecutiva, il Ct della Nazionale maggiore Roberto Mancini ha citato “Prima Pafundi, poi penserò a chi convocare” come ispirazione per la sua decisione. La diciassettenne ricorderà i bei momenti che ha passato con grande chiarezza.
Ma la domanda è perché? Le discussioni sui giovani talenti dovrebbero sempre iniziare con la domanda fondamentale: “che cos’è davvero il talento?” Forse inizieremo anche a chiederci se esiste un unico termine onnicomprensivo per abilità. idee su ciò che costituisce l’abilità perché tutti interpretiamo il mondo in modo diverso?La punizione di Messi è l’esempio più recente del suo incredibile talento.La questione è altamente soggettiva perché ognuno ha i propri standard con cui giudicare talento e capacità. Ci sono anche verità oggettive che dobbiamo riconoscere.
Possiamo solo riconoscere questo fatto mentre ci meravigliamo della punizione di “Messi” che ha portato l’Italia U20 alla finale della Coppa del Mondo 2023. L’Italia è passata ad affrontare l’Uruguay nella partita di campionato grazie al suo gol.Se un giovane giocatore di football gareggia costantemente con successo contro avversari più anziani nonostante le ovvie differenze di dimensioni, forza, velocità e altri attributi fisici, allora forse possiamo usare con sicurezza la parola “talento” per descrivere le sue capacità.
Questa stessa Coppa del Mondo ne è un’altra illustrazione: Pafundi è nato in Friuli ma rivendica origini napoletane; è nato nel 2006 ma ha suonato e continua a suonare tra gli anni 2003 e 2006.Simone nasce il 14 marzo 2006 a Monfalcone da genitori originari di Napoli ma ora residenti in Friuli. Nella sua città natale di 30.000 abitanti, a 20 chilometri dalla sua provincia di Gorizia ea circa 40 chilometri da Udine, uno dei porti più rinomati d’Italia non lontano da Trieste, ha iniziato a giocare per la squadra locale quando aveva appena cinque anni.
Per tre anni ha fatto parte del programma giovanile di Monfalcone, oggi Unione Fincantieri Monfalcone (società che è stata promossa dalla Terza Categoria). Questo è un momento in cui Simone mostra davvero il suo incredibile talento. Una caratteristica, una stranezza, che ha seguito il giovane Pafundi per tutta la vita è che è invariabilmente il più giovane in un gruppo di ragazzi molto più grandi di lui. Per farsi notare, gioca deliberatamente a “minorenne” tutto il tempo.
L’ha decisa la partita contro l’Udinese Nel 2014, a otto anni, ha avuto la possibilità di disputare un torneo con il suo Monfalcone non lontano da casa, a Rivignano, e ha colto l’attimo. Il concorso è stato pubblicizzato come per la classe 2004, tuttavia è nato nel 2006. Le qualità che ha mostrato all’età di 8 anni sono le stesse che ha sviluppato ulteriormente.Ha un’incredibile velocità, agilità e capacità di salto e usa il suo meraviglioso piede sinistro per segnare gol a piacimento.
Simone non segna sempre, però; infatti in quel torneo contro l’Udinese non lo fece, anche se fece assist su un gol e colpì anche la traversa. Quelli che avevano circa un anno o due più di lui erano suoi compagni di gioco, come ricordiamo. L’Udinese non ci ha pensato due volte; prese nota del suo nome e quell’estate si mise in contatto con i suoi cari. Dopo 8 anni in mare, sua madre gli disse: “Simo, mi ha chiamato l’Udinese, sarebbero interessati a te”. Provate a immaginarlo.
Simone ha esordito nel 2005 con l’Udinese con gli Esordienti. In altre parole, usando sempre i veterani. “Non ho mai pensato di essere la più piccola di tutte”, dice. Quindi, perché cambiare marcia e smettere di sviluppare questo set di abilità? Giustamente.Inoltre, le sue manifestazioni positive sono state rapidamente riaffermate. La sua stagione d’esordio con l’Udinese nel 2014-15 è stata segnata dalla prima di molte esibizioni memorabili con l’iconica maglia bianconera del club.
In un evento successivo, svoltosi a Levico Terme, ha dimostrato ancora una volta il suo valore, questa volta contro i campioni della classe Juventus e Inter del 2004. Lezione da imparare? “Miglior Giocatore del Torneo” è andato a Simone Pafundi. Tutti, tranne l’Udinese, erano incuriositi da lui. La sua crescita esponenziale nel tempo è dovuta a tanti fattori: gruppo che “è come una famiglia”, nelle sue parole, come l’Udinese, che da anni coltiva talenti importanti in casa e anche in visita loro all’estero. In campo i ragazzi sono compagni di squadra, fuori sono amici.
Anche dalle sue purtroppo brevi esperienze con le selezioni minori della Nazionale, è riuscito a superare gli infortuni che lo hanno colpito per farsi chiamare da Roberto Mancini, che è palesemente innamorato di lui.Quindi, i propri genitori e fratelli sono lì per sostenerli. E ha l’appoggio del fratello minore Andrea, neofita nel 2004 e compagno di squadra dell’Udinese Primavera. Potremmo essere meno una squadra in campo a causa della disparità nel tempo di gioco, ma fuori dal campo è dove ci incontriamo davvero,
ed è lì che mi sento più a mio agio casa. Il fatto di dover condividere lo spogliatoio con lui mi ha aiutato enormemente a portare avanti il mio miglior gioco. Un ibrido centrocampista/attaccante che può giocare sia al centro che in alto. Soprattutto, l’uomo salta in modo eccezionalmente efficace, nonostante i bambini davanti a lui siano sempre stati più grandi e più grandi. Pafundi però è sempre stato un peperino in campo, sia per bravura che per carattere, quest’ultimo affinato con l’esperienza.
Non ha attenuato il suo vantaggio e, semmai, lo rende più affascinante. Dal compagno di squadra dell’Albiceleste Pereyra, con cui “Pulga” divideva lo spogliatoio, inizia la sua ricerca su Messi. Inoltre presta molta attenzione a Deulofeu perché ammira il modo in cui questi giocatori giocano nel canale stretto. Giustamente ha ancora margini di sviluppo e Gabriele Cioffi non si è tirato indietro