Ivana Siviero Marito

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Ivana Siviero Marito – Stefano Savasta e Ivana Siviero protagonisti del giallo di Loano. Sono ancora tanti i misteri che circondano il ritrovamento del corpo dell’operaio milanese. Il ritrovamento dal fiume, nel giugno 2015, del corpo della dipendente milanese Ivana Siviero e il suo ritorno a Loano, cittadina in provincia di Savona, non è la fine della storia.

Si tratta di una prova che collegherà eventualmente Stefano Cerri a Emilio Stefano Savasta, ex datore di lavoro e socio in affari della vittima. Questi tre nomi sono legati alla morte in tutte le sue manifestazioni e in ogni momento.

IL SUICIDIO DI IVANA SIVIERO: UN ESAME CRITICO

La morte dell’ultimo compagno conosciuto di Ivana Siviero, Stefano Cerri, è la chiave per comprendere cosa le è successo. Ex sposato e legato da tempo con il possessivo e geloso Stefano Savasta, l’uomo d’affari cinquantenne ha avuto relazioni con entrambi gli uomini.

La paura della donna di rimanere vittima di una catastrofe diventa chiara e potente quando Savasta impiega tre uomini per attaccare il suo avversario, che verrebbe ucciso a causa dei numerosi attacchi con piccone e piede di porco. Savasta è ora il sospettato numero uno, ma il suo corpo non verrà ritrovato per anni.

Denunciato come uomo d’affari scomparso

Né Stefano Cerri né nessun altro lo vedevano dal dicembre del 2008. Sette anni dopo il suo omicidio, il corpo di un imprenditore fu scoperto dalla Squadra Mobile di Milano in una zona boscosa tra i paesi di Garlasco e Tromello, vicino a Pavia. Le autorità sono state in grado di identificare con certezza i resti scheletrici di Cerri grazie al nastro isolante sul cranio e alle fascette da elettricista alle caviglie. I cani molecolari lo hanno portato alla luce da una profondità di un metro.

La polizia di Marky ha iniziato a cercare gli assassini dopo la confessione di Antonio Ernandez Rodriguez, condannato all’ergastolo nel maggio 2012 insieme ai connazionali Wilton Valles Martinez, Francisco Frias Sanchez e Omar Calcano Manzueta per aver ucciso Cerri con calci e pugni dietro ricompensa.

di 2.000 euro. Rodriguez ha detto la verità solo di recente, a dicembre, al procuratore Alberto Nobili. Temendo ritorsioni da parte di Stefano Savasta, rivale romantico di Cerri e uomo che ha orchestrato il suo omicidio, non aveva mai parlato apertamente prima.

Savasta, condannato all’ergastolo, morì di infarto il 19 novembre alla stazione ferroviaria di Verona mentre tentava la fuga. Il dominicano ha iniziato a parlare solo dopo aver appreso la notizia. Secondo Rodriguez, Cerri, che Savasta chiamava “il bastardo di Gratosglio”, è stato aggredito mentre chiudeva la sua attività, colpito alla testa con un oggetto pesante e poi portato nel bosco, dove è stato ritrovato il suo corpo.

Quando la polizia ha scoperto che l’ex compagna di Savasta, Ivana Siviero, frequentava l’uomo d’affari, lo hanno inizialmente arrestato per stalking. Ha lavorato per dieci anni come segretaria presso la Salvagrafica della Savasta, durante i quali ha conosciuto il titolare dell’azienda, che poi l’ha picchiata e le ha fatto bere sangue di topo. Era sul lavoro che aveva conosciuto il suo futuro marito, un fornitore di nome Cerri.

Secondo La Repubblica, uno dei tre dominicani sospettati dell’omicidio della vittima, Marky Hernandez Rodriguez, ha confessato e ha promesso di rivelare l’ubicazione del corpo dell’uomo d’affari un anno dopo la morte dell’iniziatore. Ivana Siverio è sollevata dopo aver appreso che Savasta è morto durante un tentativo di fuga verso Bologna poco dopo la sentenza definitiva che lo ha condannato all’ergastolo.

Poteva finalmente rilassarsi dal momento che il ragazzo che aveva amato e odiato per così tanto tempo non poteva più fargli del male. Losottolinea Barbara Carraro, difensore delle donne de Il Secolo XIX. Inizialmente è rimasta sconcertata dall’idea che Ivana si fosse tolta la vita.

La seconda persona sembrava a suo agio; aveva ripreso i contatti con il marito e lo vedeva una volta alla settimana a Pietra Ligure. Forse era tiepida riguardo al suo lavoro, ma non così tanto da voler togliersi la vita.

In particolare, un segnale appena sopra il collo che potrebbe essere stato causato da zanzare ma che probabilmente non è stato attribuito all’uso di Loano – Mutadine e reggiseno. Ivana Siviero, operaia milanese di 52 anni, è stata trovata morta per caso ieri mattina, a 200 metri dalla costa. È stata avviata un’indagine su vasta scala per scoprire le circostanze della sua morte.

Ivana Siviero Marito

Un giallo intricato, alimentato in parte dalla mancanza di informazioni sulle vittime a disposizione degli investigatori e scoperte grazie all’impegno di alcuni sottomarini.persone che, travestite da defunto, si suicidarono picchiandosi a morte per liberare lo yacht Alaxander II, che apparteneva a un gruppo di oligarchi russi e da loro noleggiato.

Una prima ipotesi era che la donna fosse caduta dall’edificio.Gli investigatori sono riusciti a ricostruire l’identificazione della donna e a ipotizzare l’ipotesi del suicidio dopo aver rinvenuto i suoi effetti personali presso i bagni dell’Oasi di Pietra Ligure.

Per ironia della sorte, però, la situazione ora è molto più intricata di prima. Cinque persone sono state condannate in cassazione per l’omicidio avvenuto nel 2009 a Milano dell’ex fidanzato di Ivana Siviero, Stefano Cerri; tuttavia, un cittadino straniero è ancora latitante.

Barbara Carraro, avvocato difensore di Ivana Siviero, afferma che la sua cliente è stata assassinata dal suo ex amante e datore di lavoro, Emilio Stefano Savasta. La donna chiama la polizia perché vittima di stalking; una storia straziante con un finale tragico. Il sollievo del mio cliente per la morte di Savasta nel novembre 2014 era comprensibile date le circostanze.

È possibile che il decesso sia avvenuto già domenica sera. I risultati dell’autopsia disposti dal pm Daniela Pischetola potrebbero far luce sulla causa e sull’ora della morte della vittima. Secondo l’analisi dell’avvocato,

quando il cliente e i suoi compagni sono usciti a cena giovedì sera, tutto andava bene. Era infelice, ma non a causa del suo lavoro. Ogni cliché sulla “combattente” era vero per lei. Anche lei era scettica sull’ipotesi del suicidio. Soprattutto perché nessuno riusciva a nuotare più di Ivana Siviero in acqua.

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