Giovanni Sallusti Genitori – Per una volta Marco Livore Travaglio ha preso la tangente rispondendo al titolo di un articolo di Giovanni Sallusti pubblicato su Libero. Il direttore del quotidiano Fatto si è lasciato ispirare per iniziare una delle sue irresistibili battute semplicemente dal superbo cognome di Giovanni. Ti può piacere anche: Travaglio, gli insulti a Salvini: se tocchi i magistrati… Il 14 luglio, sulla nostra testata è emerso un titolo particolarmente degno di nota con le parole:
“Omrai l’amore lo fanno solo i fascisti”. Questo titolo è stato prontamente assegnato al fregio di “Titolo della settimana” di Travaglio. Il merito della regia è di “Giovanni Sallusti, figlio di Alessandro,” il regista lo annota tra parentesi. Ed è normale vedere gli effetti.Giovanni Sallusti, portavoce del ministro dell’Istruzione italiano, Valditara, di Como, si è dimesso.Un comasco, che non aveva un ruolo politico ma che ne ha svolto uno determinante dietro le quinte, ha lasciato il gabinetto Meloni.
Le dimissioni di Giovanni Sallusti da portavoce del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara, annunciate ieri, hanno effetto dallo scorso novembre. Perché? Nero su bianco, la nota ufficiale adduce “motivi personali e familiari” alla partenza. Nessun caso politico, almeno ufficialmente, anche se la comunicazione di Valdtara ha acceso un polverone di polemiche, come dopo le dure parole del ministro contro la circolare emessa dal preside della stessa scuola a seguito di una rissa davanti a un liceo di Firenze. Tuttavia, Sallusti “continuerà a collaborare come consigliere del ministro”, come sottolinea la nota.
Tuttavia, il giornalista comasco ha ripreso a firmare regolarmente con Libero non appena ha lasciato il precedente incarico.Comasco, classe 1983, è nipote di Alessandro Sallusti; esordisce a Libero nel 2007 e passa a comandare la penna sia all’Ordine che al Giornale sotto la direzione di Mauro Migliavada. Ritorna così a Libero. Oltre a scrivere “Politicamente corretto – La dittatura democratica” nel 2020, ha anche fondato e diretto il quotidiano online L’Intraprendente.
Lo studio di Eiden ha svolto attività di consulenza politica negli ultimi anni. Da Giorgia Meloni agli ultimi comuni comaschi come consulente di Barbara Minghetti, ha lavorato con politici di ogni schieramento.Biagio Sallusti, tenente colonnello del Regio Esercito entrato nella Repubblica Sociale Italiana dopo la fine della guerra e poi fucilato dai partigiani per aver presieduto il Tribunale speciale che emise la condanna a morte del partigiano Giancarlo Puecher Passavalli, era lo zio di Sallusti.
Sallusti è nato nel 1957. Esperto di chimica e tessile e giornalista professionista dal 1981, è entrato a far parte di Indro Montanelli al Giornale nel 1987 per poi passare a Il Messaggero, Avvenire e Corriere della Sera. Precedentemente ha curato sia La Provincia di Como che Il Gazzettino di Venezia. Il precedente quotidiano della diocesi di Como, L’Ordine di Como. a cui aveva lavorato da giovane, viene nuovamente pubblicato. Dal gennaio 2007 al 15 luglio 2008 è stato condirettore e amministratore incaricato di Libero.
Il 21 agosto 2009 si è dimesso dalla carica di caporedattore de L’Ordine ma ha continuato a scrivere per la testata come editorialista per affiancare Vittorio Feltri come condirettore de il Giornale. Feltri è stato nominato direttore editoriale del quotidiano di Paolo Berlusconi il 24 settembre 2010, ma si è dimesso il 21 dicembre per tornare a Libero. Sallusti ha assunto la direzione il 24 settembre 2010.Dal 2009 è ospite fisso della televisione italiana come curatore di una rubrica per il programma Mattino Cinque.
Attualmente appare spesso nei talk show politici di Rai, Mediaset e LA7. Nel 2011 ha ricevuto il premio “Arturo Esposito” per il giornalismo della Penisola Sorrentina, che gli è stato consegnato dal presidente di giuria, Magdi Cristiano Allam, tra polemiche.Dal 2017 al 2021 ha supervisionato le operazioni di InsideOver, un sito web informativo affiliato all’edizione digitale de Il Giornale.Dopo 11 anni come direttore de Il Giornale, si è dimesso il 13 maggio 2021 ed è stato sostituito da Augusto Minzolini.
Torna poi a Libero come caporedattore, subentrando a Pietro Senaldi, che resta condirettore.Nel 2021 è anche coautore del libro Il sistema sugli scandali giudiziari con l’ex magistrato caduto in disgrazia Luca Palamara. Nonostante il clamore che provocò, l’opera teatrale di Edoardo Sylos Labini tratta dal romanzo ebbe un successo strepitoso. . La prossima puntata di Lobby & Logge, incentrata sugli scandali giudiziari e co-scritta come sempre da Palamara, sarà pubblicata nel 2022.
Nel novembre 2010 la Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sulle accuse di violenza privata tra lui e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia . L’inchiesta si è basata molto sulle intercettazioni riguardanti il collaboratore di Sallusti, Nicola Porro. In queste telefonate e nelle loro azioni i pm hanno trovato prove di un atteggiamento ostile di Porro e Sallustiward Marcegaglia, che aveva espresso critiche alle politiche ufficiali del governo. Sallusti ha smentito le accuse, affermando di non aver mai incontrato né parlato al telefono né con l’imprenditore né con Rinaldo Arpisella.
Dopo che le telefonate di Sallusti con Arpisella sono state citate come motivo dell’inchiesta, ha intentato una causa contro Giandomenico Lepore, il procuratore capo di Napoli.Saga legale di Cocilovo La Corte d’Appello di Milano lo ha condannato a un anno e due mesi di reclusione ea 5.000 euro di multa per diffamazione a mezzo stampa il 17 giugno 2011, citando un articolo pubblicato con lo pseudonimo di Dreyfus nel febbraio 2007 su Libero.
Per il giudice tutelare di Torino, Giuseppe Cocilovo, era abbastanza dannoso da giustificare un’azione legale. L’interesse della FNSI è stato suscitato dal fatto che il giudice non ha consentito all’imputato di scontare la pena con la condizionale.Nonostante la richiesta di rinvio in Corte d’Appello del Procuratore Generale, la Suprema Corte di Cassazione ha confermato in data 26 settembre 2012 l’originaria condanna ad un anno e due mesi di reclusione senza condizionale; con nota emessa immediatamente dopo il procedimento,