Fortuna Loffredo Wikipedia – Sono presenti gli uomini. Ci sono degli orchi a cui pensare, ovviamente. Invece di mangiare i bambini, il secondo gruppo li violenta e getta i loro corpi dal balcone. La bellissima Fortuna Loffredo del quartiere Parco Verde di Caivano di Napoli ne ha incontrata una.
A Fortuna Loffredo sono successe cose strane.
Il 24 giugno 2014 è la data di inizio di tutto. Fortuna Loffredo, 6 anni, perde tragicamente la vita cadendo dalla finestra di un appartamento al terzo piano del Green Park, Caivano. Dopo aver saltato 10 metri, si schianta al suolo sottostante. Salvatore Mucci, uno degli inquilini del palazzo, accorre in suo aiuto e la accompagna al pronto soccorso dell’ospedale.
Le indagini hanno portato alla scoperta di
Le indagini hanno rivelato alcuni fatti molto preoccupanti. Un anno prima della morte di Fortuna, il 27 giugno 2012, un altro giovane, Antonio, cadde dal settimo piano dello stesso palazzo. Secondo quanto riferito, la Procura di Napoli ha avviato le indagini su Marianna Fabozzi, la madre del bambino, per possibile omicidio colposo dopo aver appreso i terribili dettagli dell’incidente. La sfortunata morte del figlio di Fabozzi è stata fatta risalire alla vicinanza del giovane ad una serranda parzialmente sollevata, come dimostrato dalle indagini.
I bambini hanno davvero centrato l’aspetto dell’orco.
Un caro amico di Chicca racconta la storia dal punto di vista di Chicca. Attualmente è interrogata da una squadra di investigatori e da uno psicologo. Ad un certo punto, durante il loro tempo da soli, Pm ha chiesto: “Hai mai parlato della storia di Chicca in uno di questi momenti in cui eri rimasta sola, in cui sono successe queste cose, come dici tu, quando ti ha violentata? ” Mi ha violentato sul serio, ha detto la mia amica. Dopo anni di rifiuto, ha ammesso: “Sì, sono stata io; l’ho violentata e uccisa”.
Il film e il discorso che segue
La fortuna ha spinto Nicolangelo Gelormini a produrre un film in cui una giovane donna subisce abusi sessuali da parte di un vicino. La ragazza nasconde la sua identità finché non viene aiutata dal personaggio umoristico della psicologa Valeria Golino a ricominciare ad avere fiducia negli adulti.
Sebbene “Fortuna: Il gigante e la ragazza” sia basato su un drammatico caso di cronaca, la famiglia Loffredo ha contestato il film a causa della sua narrazione inventata. Il presidente del Consiglio nazionale per i diritti dell’infanzia e della gioventù e professore, Umberto Palma, ha dichiarato in una recente intervista sul tema: “Non è giusto che i genitori e i fratelli di Fortuna debbano rivivere la tragedia e il dolore anche attraverso il cinema schermi.”
Per una famiglia che ha già vissuto così tante sofferenze, difficilmente un film come “Fortuna: Il gigante e la ragazza”, simile alle foto di minorenni trasmesse dai media senza alcun controllo, porterà una conclusione. Le vittime meritano più perdono e chiusura rispetto ai criminali condannati. Poi ha detto: «Per questo motivo abbiamo deciso di costituirci parte civile a fianco della famiglia Loffredo nel procedimento avviato dall’avvocato».
Angelo Pisani e l’avvocato Simona Trongone, “nell’assoluta certezza e convinzione che la Giustizia, quella VERA e ASSOLUTA insieme all’integrità e al coraggio dei Giudici prevarrà sugli interessi economici e cinematografici, perché la Giustizia non è, e non deve mai essere uno spettacolo o secondari a qualsiasi altro interesse, soprattutto se ledono e offendono minori indifesi.”
Tra gli adulti c’è un silenzio totale. In questo momento c’è il silenzio più completo. I giovani chiacchierano tra loro. In questo modo, stanno inaugurando un ritorno alla barbarie. Per il rischio di essere etichettati come complici del delitto, molte persone che erano a conoscenza degli abusi sui minori avvenuti al Green Park di Caivano hanno scelto di tacere.
Coloro che erano stati aggrediti, tuttavia, hanno parlato apertamente delle loro esperienze. E non ha cercato attivamente altre vittime. Chiara Loffredo, sei anni, figlia del fidanzato di Fortuna Loffredo, è tragicamente caduta dall’ottavo piano della loro casa il 24 giugno 2014.
I poliziottiaiuto che Raimondo Caputo, 44 anni, l’ha spinta nel buio. La testimonianza di Chiara, ormai undicenne, serve a umiliarlo. Il compagno di sua madre, Caputo, era uno stupratore seriale. Era in carcere dallo scorso novembre per aver molestato sessualmente per la seconda volta la sorella di Chiara.
La madre della ragazza, però, è attualmente agli arresti domiciliari perché sospettata di essere a conoscenza dell’accaduto ma ha scelto di rimanere in silenzio. Pezzo dopo pezzo, capisce cosa significano tutte le sue esperienze. Per ascoltare le conclusioni dello psicologo e del detective.
Nessuno che ascolti la sua storia dimenticherà la crudeltà che ha dovuto sopportare, l’agonia che Fortuna ha dovuto sopportare nei suoi ultimi istanti, la lotta per mantenere nascosta la verità o gli orribili dettagli della depravazione che racconta.
La donna afferma che è riuscito anche a eliminare le cimici della polizia sotto copertura. Abitavano all’ottavo piano del palazzo con la madre e Fortuna Loffredo, e lei entra nei dettagli del tentativo di aggressione, della reazione di Chiara e della loro fuga. Un giudice ha ritenuto che la confessione del compagno di Chicca e gli eventi a cui si riferiva fossero “assolutamente illuminanti e incontrovertibili”.
Lì era mia mamma, spiegò il bambino. Stavo lavando il pavimento perché ne aveva un disperato bisogno. Dopo che il piano fallì, Chicca si presentò alla porta principale. Mi ha chiesto se volevo giocare, ma io le ho detto: “Aspetta, sto lavando il pavimento”. Mentre si sedeva sul divano, mormorò: “Mi fanno male le scarpe”.
Ulteriori interrogatori della Procura portano la giovane a rivelare la presenza della madre, della sorella, di Chicca e di Raimondo Caputo. La giovane riferisce che Chicca si cambia spesso le scarpe davanti alla porta di casa. Per rilassarsi dice che tornerà .
La ragazza di Chicca ha detto allo psicologo che lei e Chicca avevano preso l’ascensore invece delle scale. La ragazza afferma di aver visto anche la madre in quel periodo. Nel momento in cui la figlia finisce di pulire il pavimento, afferra Chicca e implora sua madre di uscire e giocare.