Daniele Santarelli Altezza – Nelle sue sette stagioni con i Panthers ha vinto tre scudetti, tre Coppe Italia, quattro Supercoppe, il Mondiale per club 2019 e la Champions League 2020. La sua serie di vittorie attuali ammonta all’incredibile cifra di 76 partite. Gli anni intermedi non sono stati immuni dagli effetti della pandemia. I sogni come quelli vissuti da Daniele Santarelli non svaniscono al sorgere del sole. Ciò che ci spinge avanti sono le nostre speranze e i nostri sogni.
Un giovane giocatore di Foligno, in Italia, raggiunge uno status leggendario in questo sport.
A casa mia non abbiamo mai anteposto lo sport ai nostri doveri e impegni. Entrambi i genitori svolgevano lavori nel settore, la mamma lavorava per l’Olivetti e il papà per la Telecom. Prima di scegliere la pallavolo come mia preferita, ho sperimentato altri sport tra cui tennis e calcio.
Proprio a Perugia si allenavano l’allora dominante Nazionale Velasco e la Despar femminile. Dato che il Milan aveva appena vinto tutto ed è stato la fonte della mia gioia quest’anno, decidere come premiarlo è stato facile. All’inizio mi interessava solo giocare, ma poi ho capito che i rischi erano maggiori. Uno dei miei sogni più amati fin da quando ero bambino è quello di diventare un giorno insegnante di educazione fisica.
La posizione attuale di Santarelli in squadra non è chiara.
Ha fatto seguito la sua affermazione: “Da giocatore naturalmente pensavo di poterci arrivare, speravo e ci provavo; invece ero libero, e ho giocato in serie B a Legnago, Terracina, anche a Vicenza, e per tanti anni a Foligno.”
Perché non è stato dato un voto migliore?
Quando ero al comando, riflettevo attentamente su ogni decisione. La mia mente non era quella di un giocatore, che deve essere libero da tali sfide, quando dovevo valutare i pro e i contro di ogni palla.
Mi sono reso conto che giocare non era la mia vera vocazione perché il mio cervello non funziona come quello di un atleta. All’età di 28 anni, ho deciso di intraprendere la carriera da allenatore piuttosto che da giocatore. La mia vita è stata cambiata per sempre dal periodo in cui ho allenato il club pesarese che ha raggiunto la Serie A1.
È giustificato impegnarsi così tanto nello sviluppo della pallavolo femminile?
Dato che un’azienda gestita da donne è stata il mio primo grande cliente, mi sento obbligata a continuare a lavorare per la parità di genere, anche se non è l’uso più efficiente del mio tempo e delle mie risorse. Quando Conegliano mi ha offerto il posto di capo allenatore, l’ho sfruttata come un’opportunità per crescere e imparare in modi che hanno plasmato il mio carattere fino ad oggi.
Abbiamo fatto molta strada in un breve lasso di tempo, avendo trattato finora solo alcuni capitoli. Questo gruppo entrerà nell’immortalità degli annali dell’immortalità della pallavolo italiana, con quelle di Bergamo e Ravenna.L’obiettivo è ricominciare con le stesse persone e andare avanti il più a lungo possibile. Posso dire senza dubbio che io e Paola non abbiamo mai avuto disaccordi. Avere leader competenti e affidabili semplifica la gestione.
Avere Paola nella mia vita è stata una benedizione e ho cercato di assorbire quanto più potevo la sua intelligenza. Quando si tratta di abilità offensive, Egonu è la sua allieva più dotata. Penso spesso ai nomi Wolosz, Fahr, Folie e De Gennaro quando penso alle persone che ho formato.
Non ci saranno mai drammi con la moglie del campione. Averla nella mia squadra è stato incredibilmente vantaggioso, dato che è molto apprezzata dagli altri atleti, è sempre disposta a darmi una mano e mi fornisce buoni consigli ogni volta che ne ho bisogno. Ad essere onesti, Monica non mi ha mai disturbato.
Con un anno rimasto di contratto, ero determinato a fare una buona impressione vincendo il primo titolo nella mia prima stagione. Mio padre è morto a marzo, quindi questo è stato un anno difficile per me emotivamente. C’era stato un cambiamento e ora sentivo tornare la mia vecchia vitalità . Realizzare che non dovevo dimostrare nulla a nessuno è stato un grande sollievo.
Non stavamo cercando di stabilire un record; piuttosto, eravamo concentrati sul miglioramento in modo da poter avere le migliori opportunità di vincere. È stato un percorso duro, ma l’ho riconosciuto per quello che era: un tentativo di immortalità sportiva.
ho iniziato a vederlo come un premio che valeva la pena perseguire senza indugio. Questa fissazione sulla vittoria ad ogni costo alla fine si è ritorta contro, ma abbiamo comunque avuto una stagione storica che includeva tre titoli, un nuovo record mondiale e due sconfitte strazianti nelle finali.
Non ci siamo divertiti molto perché abbiamo passato tutto l’anno cercando di dimostrare che eravamo i più forti in tutto. WAbbiamo adottato misure estreme per continuare la nostra formazione senza diffondere malattie. Per un periodo molto lungo non abbiamo avuto altra alternativa se non quella di isolarci e cercare di superare l’angoscia straziante vivendo da reclusi. Tutti i nostri successi sono arrivati nell’anno del Covid. Avere i migliori fan del mondo significa che non ho concorrenza.
Essendo un nuovo arrivato, sto ancora cercando di comprendere il fatto che tutto ciò che riguarda la mia esperienza precedente impallidisce in confronto a questa. La pallavolo in Serbia ha un passato lungo e storico, ma si è anche evoluta notevolmente nel corso del tempo. È un grosso problema poter allenare fuori dalla Serbia. Anche se i nostri paesi sono così vicini geograficamente, abbiamo modi di pensare molto diversi.
La partita è stata resa più emozionante e meno monotona da guardare in TV a seguito delle modifiche regolamentari. Dal mio punto di vista, l’enfasi sulle capacità atletiche è diventata eccessiva ed è necessario tornare a concentrarsi sulla tecnica.
Un pilastro della difesa italiana, “Moki” è stato riconosciuto due volte come il miglior libero del torneo. Uno dei migliori di tutti i tempi nel suo ruolo, è una scommessa sicura per la sua squadra. All’età di 15 anni esordisce tra i professionisti con la squadra della sua città natale, il Sorrento, in Serie A1.