Cecilia Sala Padre – Secondo Cecilia Sala, corrispondente di combattimento, questo è il prezzo di un giubbotto antiproiettile. Tra i miei fratelli, mio padre è il più colpito. Questo è ciò che mi interessa tanto del giornalismo, come spiega Cecilia Sala nel racconto delle sue escursioni investigative in Iran, Afghanistan e Ucraina.
Cecilia Sala di Radio DEEJAY, esperta di questioni globali
I suoi incarichi in zone di conflitto come Afghanistan, Ucraina e Venezuela l’hanno catapultata verso la fama. Questo, a mio avviso, è il fascino fondamentale del giornalismo, anche per coloro che lo sognano ad occhi aperti da bambini. Ogni giorno alle sei aggiorna il suo podcast Stories, in cui esamina l’attualità attraverso gli occhi di personaggi di fantasia. Durante il loro incontro presso lo studio Catteland il 22 settembre, Cecilia Sala racconta il suo lavoro ad Alessandro Catteland. Catteland vede il secondo libro di Sala, The Fire, che tratta di tre storie della sua vita che si svolgono in ambientazioni bizzarre.
Dati di base rilevanti
Ha iniziato la sua carriera come giornalista estera dopo aver lavorato per agenzie editoriali. Roma è stata il luogo della sua nascita nel 1995. Dopo aver terminato la laurea triennale, hai continuato a studiare Economia internazionale presso l’Università Bocconi di Milano dal 2014 al 2018. Durante il tuo periodo lì, hai sostenuto ben sei esami.
Ha iniziato la sua carriera nel giornalismo nel 2015 quando è entrata in Vice come scrittrice e corrispondente. Successivamente ha intrapreso la carriera giornalistica e ha collaborato con Michele Santoro al Servizio Pubblico di LA7. Alcuni dei tuoi ex clienti sono L’Espresso, Will Media, Rai e Vanity Fair. Hai curato Otto e mezzo oltre agli altri tuoi lavori per LA7. Nel novembre 2019 hai iniziato a lavorare come redattore per Il Foglio.
L’omicidio di Marta Russo è stato oggetto di Polvere, un podcast co-creato da Chiara Lalli e Huffington Post nel 2020. Polvere uscirà come audiolibro a maggio 2021. Strade Blu di Arnoldo Mondadori Editore: Il caso Marta Russo. Il nuovo podcast quotidiano Stories di Chora Media includerà i suoi talenti di scrittura e doppiaggio a partire dal 10 gennaio 2022. Stories racconta storie da tutto il mondo.
Innovazione di Cecilia Sala Famosa per la sua abilità nel funzionamento nelle zone disastrate, Cecilia Sala è diventata famosa dopo la sua nascita nel 1995. L’età della donna è 28 anni. Ho conseguito la laurea in Economia Internazionale presso l’Università Bocconi di Milano. La ragazza romana, ormai prossima alla fine della carriera scolastica, inizia a lavorare come reporter e corrispondente per Vice. Nel 2019 entra a far parte de Il Foglio dopo aver lavorato come collega di Santoro su La7, L’Espresso e Rai.
A causa della convinzione diffusa che la gestione delle questioni internazionali sia dispendiosa in termini di tempo e denaro, inizialmente dubitavo della mia capacità di prosperare in questo campo. Nel frattempo, la mia prospettiva si è evoluta e non trovo più vera l’affermazione che siano noiosi. I loro resoconti di prima mano di crisi umanitarie o zone di combattimento avvolgono ulteriormente il loro lavoro nel mistero. Ma cosa fa esattamente Cecilia Sala? Ecco la sua risposta.
Qualcuno è sempre pronto ad aiutarmi quando vado, quindi non lascio mai nessuno indietro. Ho una rete di conoscenze in diverse regioni dell’Ucraina che contatto praticamente ogni giorno poiché è uno di quei posti in cui ritorni spesso. Fare amicizia è un gioco da ragazzi a Kiev perché tutti parlano inglese. Organizzare la sicurezza per la prima volta in Afghanistan richiede molto lavoro e richiede settimane, rispetto a fare ricerche o produrre un articolo. No, è decisamente più difficile. Ogni singolo membro del clan Sala
In che misura luoghi come questo sono pericolosi da viaggiare? è un’altra domanda che emerge in questo momento alla radio. Indossare indumenti protettivi necessari ma scomodi, come un casco o un giubbotto, può essere un vero toccasana. Inoltre, l’Ucraina ne aveva 40 milioni, ma non siamo riusciti a metterne le mani su nessuno nel momento in cui ne avevamo bisogno perché non sono prodotti in serie. Anche nei negozi specializzati in abbigliamento tecnico non sono riuscito a trovarli. Per non parlare del costoso; uno decente ti costerà circa € 1.000, ma terrà a bada le armi più potenti.
“Mutazioni in atto” è il titolo del dialogo aperto e partecipativo organizzato lo scorso 5 dicembre da Legacoop Umbria. L’obiettivo dell’incontro era riflettere sul qui e ora per dare forma a ciò che verrà dopo. I partecipanti hanno discusso di come le popolazioni e le aziende locali siano state colpite dalle intricate dinamiche geopolitiche, in particolare per quanto riguarda le continue guerre in Ucraina e Medio Oriente.
Durante la cerimonia hanno rilasciato dichiarazioni la saggista e giornalista Cecilia Sala, nonché padre Enzo Fortunato. Il presidente di Legacoop Umbria, Danilo Valenti, dopo aver rivolto un caloroso saluto a tutti i presenti, ha stabilito alcune regole di base dell’incontro.
All’incontro erano presenti, tra i numerosi, anche membri della comunità locale e rappresentanti delle cooperative di Legacoop Umbria.
Direttore Legacoop Produzione e Servizi Umbria MatteoRagnacci ha condotto l’intervento, mediato da Federico Fabrizi del Messaggero e Maurizio Troccoli di Umbria24. Le restrizioni imposte dalle forze militari israeliane alla possibilità dei giornalisti di raggiungere la Striscia di Gaza sono state un tema comune nella conversazione. Poiché l’assenza di fonti indipendenti è stata percepita come un ostacolo alla fornitura di una copertura obiettiva del conflitto, è stata sottolineata la necessità che i giornalisti confermino e riferiscano i fatti.
La ristrutturazione pianificata della Cisgiordania, di Gaza e della Palestina secondo il Piano Marshall è stata una soluzione sempre più problematica e divisa al conflitto israelo-palestinese. La cooperazione sia a livello nazionale che internazionale è necessaria per risolvere i problemi e portare la pace.
È stata inoltre sottolineata l’importanza delle comunità locali, della solidarietà e delle ONG nel portare la pace nelle aree devastate dal conflitto. Riparare i fallimenti politici e concentrarsi sulle vittime più vulnerabili, in particolare i bambini, sono stati al centro della conversazione, che ha toccato questioni fondamentali nelle relazioni internazionali.
Lucky Father ha parafrasato le bellissime parole di Madre Teresa di Calcutta: “Un “mare di pace” può essere prodotto attraverso l’accumulo di atti apparentemente piccoli”, per sottolineare l’importanza che ogni individuo si assuma la responsabilità delle proprie azioni. Se vogliamo seriamente risolvere le sfide globali e creare un futuro migliore, il Presidente Valenti e Legacoop Umbria pensano che l’impresa sociale sia una parte essenziale della cooperazione multilivello.
La giornalista, autrice e corrispondente di guerra Cecilia Sala ha visto tutto. Parlerò della sua vita e carriera di giornalista poiché molte persone vogliono saperne di più su di lei. Nata a Roma il 26 luglio 1995 da genitori cancerosi, Cecilia Sala è una scrittrice freelance. Le notizie dal mondo erano la sua specialità. Mentre perseguivi la laurea in Economia Internazionale presso l’Università Bocconi, hai iniziato a lavorare presso Lei Vice nel 2015 con diversi incarichi, tra cui reporter e invitato.
Hai potuto realizzare la tua ambizione di diventare giornalista professionista lavorando per il Servizio Pubblico su La7. Tra i suoi clienti Vanity Fair, Will Media e Otto e Mezzo di La7. Collabora anche con L’Espresso. Ha iniziato a collaborare con Il Foglio come redattrice nel 2019. Successivamente ha avviato un podcast per Huffington Post chiamato Polvere, incentrato sull’omicidio di Marta Russo. Hai riciclato questo espediente narrativo in Di lei Polvere. Per quanto riguarda il caso di Marta Russo.
Il suo secondo romanzo, L’Incendio, è stato pubblicato nel 2023, in seguito al lancio del podcast Stories nel 2022, che presentava storie da tutto il mondo. Il Premio giornalistico Nilde Iotti e il Premio Penna d’Oro per i talenti emergenti sono solo due dei tanti riconoscimenti che ha ricevuto per il suo lavoro. La giornalista ha sempre mantenuto la sua privacy, quindi nessuno sa nulla della sua vita personale. Né la sua ubicazione né la sua storia romantica sono note a tutti.
Ha riferito sui conflitti in Afghanistan, Ucraina e Iraq. Pur dicendo che i suoi genitori sarebbero sicuramente preoccupati per il suo lavoro, ha confessato: “Mio papà la prende male, nel senso che soffre di più” a Radio Deejay. Sebbene sia contento per me, è terrorizzato dall’enormità dell’ignoto, che comprende i primi giorni di bombe o di invasione, l’identità della minaccia e le innumerevoli conseguenze immaginabili. In seguito ho saputo che era abbastanza premuroso da lasciarmi solo in Ucraina senza chiamarmi. I miei sono di prim’ordine.
Durante la cerimonia hanno rilasciato dichiarazioni la saggista e giornalista Cecilia Sala, nonché padre Enzo Fortunato. Danilo Valenti, presidente di Legacoop Umbria, ha aperto i lavori dando il benvenuto a tutti e sollevando alcuni punti importanti. All’incontro erano presenti, tra i numerosi, anche membri della comunità locale e rappresentanti delle cooperative di Legacoop Umbria. Matteo Ragnacci, presidente di Legacoop Produzione e Servizi, ha moderato l’intervento, condotto da Federico Fabrizi di Messaggero e Maurizio Troccoli di Umbria 24.
Le restrizioni imposte dalle forze militari israeliane alla possibilità dei giornalisti di raggiungere la Striscia di Gaza sono state un tema comune nella conversazione. Poiché l’assenza di fonti indipendenti è stata percepita come un ostacolo alla fornitura di una copertura obiettiva del conflitto, è stata sottolineata la necessità che i giornalisti confermino e riferiscano i fatti.
La ristrutturazione pianificata della Cisgiordania, di Gaza e della Palestina secondo il Piano Marshall è stata una soluzione sempre più problematica e divisa al conflitto israelo-palestinese. La cooperazione sia a livello nazionale che internazionale è necessaria per risolvere i problemi e portare la pace.