Caso Marco Vannini Wikipedia – I tristi avvenimenti avvenuti nella casa della famiglia Ciontoli a Ladispoli, vicino a Roma, hanno innescato un lungo contenzioso giudiziario culminato nella sentenza della V Sezione della Cassazione, accolta con grida di approvazione da parte del pubblico in aula. I genitori di Marco, Valerio Vannini e Marina Conte, erano presenti in classe, come avevano fatto da quando Marco aveva iniziato a frequentare la scuola.
Argomenti a favore
L’accusa ha affermato che Antonio Ciontoli ha sparato fisicamente a Vannini, quindi gli è stata comminata una condanna a 14 anni. L’accusa ha sostenuto che il ritardo nella richiesta di soccorso ha contribuito alla morte del 19enne colpito dal colpo partito accidentalmente, e ha chiesto una condanna a 9 anni e 4 mesi per la moglie e i figli di Vannini, Martina, la fidanzata di Vannini, e Federico.
Il processo per omicidio di Vannini
Dopo un primo processo per omicidio che ha riconosciuto Ciontoli colpevole ma ha stabilito condanne minori per il resto della famiglia, un appello ha abbassato la pena di Ciontoli a 5 anni di carcere e un ultimo ricorso in Cassazione ha ribaltato tutto, il procedimento giudiziario si è concluso.
La prematura scomparsa di Marco Vannini
Allo scoccare della mezzanotte del 17 maggio 2015, Marco Vannini era in visita dalla fidanzata, Martina Ciontoli, nel suo appartamento di Ladispoli. Una cronologia messa in piedi dagli inquirenti mostra che poco dopo che Antonio Ciontoli è entrato in bagno, è andato alla scarpiera e ha afferrato una rivoltella. Poi è tornato alla vasca dove era seduto il ventenne. Un tiratore casuale potrebbe essere stato spinto a sparare al giovane, mettendo in pericolo la sua vita. Le sue condizioni alla fine sarebbero state fatali.
Procedimento giudiziario contro i Ciontoli.
La prima corte d’assise di Roma ha condannato il guardiamarina della Marina Antonio Ciontoli colpevole di “un colpo di pistola esploso colpevolmente e che ha colpito Marco Vannini”. Gli è stata inflitta una pena detentiva di cinque anni a causa della sua colpevolezza nell’omicidio dell’amante di sua figlia. Come affermato dal giudice, “Ciontoli ha consapevolmente e ripetutamente evitato l’attivazione di soccorsi immediati” al fine di “evitare conseguenze dannose sul posto di lavoro”.
Ultime parole sul Ciontoli
Di conseguenza, la condanna a 14 anni di Antonio Ciontoli per omicidio volontario con possibile dolo è stata ripristinata il 30 settembre a seguito della conclusione del ricorso-bis, fondato anche sulla motivazione della Cassazione.Sia la madre che i bambini sono stati giudicati colpevoli di “concorrenza anomala” e condannati a nove anni e quattro mesi di reclusione.
Dopo la conclusione del secondo processo in Cassazione, le decisioni odierne sono divenute definitive. Aggiungendo precisazioni in merito al reato commesso da Maria Pezzillo e dai figli Martina e Federico, i giudici di cassazione hanno modificato la sentenza di appello.
La difesa sostiene che la “concorrenza anomala” è stata declassata dai giudici a “semplice concorrenza attenuata dal ruolo minimo e dal contributo causale”.
Due francesi, di 18 e 20 anni, hanno tentato di scalare la guglia principale della cattedrale prima delle 5:00 ora locale di oggi. La guglia è sormontata da una statua della Madonnina ed è un elemento di spicco dello skyline di Milano. Le autorità li hanno notati mentre scendevano da soli nell’edificio, ponendo fine alla loro rocambolesca fuga.
Dopo aver identificato positivamente i due giovani, la polizia ha atteso ulteriori ordini dalle autorità superiori. La scalata è stata molto probabilmente eseguita nelle prime ore del mattino. Potrebbero essere saliti sulla cima della cupola mentre era vuota la sera prima.
Secondo l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, che ha chiarito sui social che i due alpinisti e i vandali che hanno distrutto il frontone della Galleria Vittorio Emanuele II nella tarda serata di lunedì scorso, sembra proprio che sia così.
Si è scoperto che i due giovani sono appassionati praticanti dilettantistici del parkour, una forma di movimento ed esplorazione che fonde l’acrobazia con lo studio dei paesaggi urbani. Il motivo principale sembra essere stato quello di documentare la straordinaria impresa attraverso fotografie e filmati allo scopo di pubblicarla sui social media.
La rivelazione della sua fatale diagnosi di cancro il 5 maggio ha avviato un conto alla rovescia per i suoi devoti fan. Quando ha annunciato l’uscita del suo ultimo libro, “Tre ciotole”, ha riempito i suoi lettori di alcune nuove affascinanti informazioni.Come in “Rituali per un anno di Guai”.
Una lotta stimolante e aperta, durante la quale ha incoraggiato gli altri a smettere di aspettare una diagnosi di cancro prima di abbandonare le proprie inibizioni, accogliere il cambiamento e darsi il tempo di adattarsi.
Michela ha vissuto una vita piena, concentrando le sue energie sulla costruzione di una solida reputazione per se stessa agli occhi del pubblico. Anche se la sua malattia è peggiorata, la sua personalità focosa e la sua indomabile forza di volontà l’hanno tenuta sotto i riflettori dei media italiani.
Il suo intenso patriottismo sardo è tipico della sua estremismo su tutta la linea. Ha beneficiato di un ambiente ricco in cui è stata incoraggiata a sviluppare il suo pieno potenziale.
Ha utilizzato il suo metodo distintivo per affrontare alcuni dei problemi più seri del decennios, compresi il femminismo e l’antifascismo, poiché si è appena aperta a Internet e ha iniziato a dialogare con lettori e ascoltatori su questi argomenti a causa della sua malattia.Non potrei essere più felice in questo momento se ci provassi,per parafrasare.
Nel momento in cui apro gli occhi al mattino, comincio a dire e fare qualunque cosa vogliano che faccia. Per questo motivo, ho intenzione di usare la mia libertà per creare qualcosa che durerà .prima che il cancro colpisca. I fascisti non sarebbero al potere se le persone non avessero punti di vista alternativi.
Successivamente,le rivoluzioni del settore privato innescate dal nuovo paradigma familiare. Sebbene non vi sia alcuna connessione biologica tra lui ei membri della sua “famiglia queer”, la profondità della loro connessione emotiva “sostituisce l’esercizio dei titoli legali e limita le dinamiche del possesso”. Raffaello, il più giovane dei quattro fratelli, è stato il custode della Murgia negli ultimi due decenni.