Barbara Gruden Uomo

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Barbara Gruden Uomo – Barbara Gruden è una giornalista triestina che copre la Germania per la Rai. Fin da quando eri un giovane adulto, tu, Gruden, hai lavorato nella professione dei media, inizialmente come collaboratore di un giornale e ora come reporter specializzato in cronaca penale. Dal 2017 sei corrispondente da Berlino del Tg3. Qui potrete conoscere Barbara Gruden e la sua storia.

Chi è esattamente Barbara Gruden?

Non sappiamo quando sia nata Barbara Gruden, ma è nata a Trieste. Ha affermato di aver iniziato ad esplorare il mondo della conoscenza in tenera età. Leggevo Primorski Dnevnik, il giornale che alla fine mi assunse, da quando ero al secondo anno delle superiori. Dopo aver finito il college nel 1988, andai a lavorare lì come reporter di cronaca nera.

La vita privata del giornalista

Primorski Dnevnik, il giornale che l’ha assunta dopo la laurea nel 1988, è stato il luogo in cui ha iniziato nel settore. Dice: “Ho desiderato fare questo lavoro fin da quando ero piccola”.lì che mi sono fatta le ossa, cominciando dalla cronaca nera”. Dopo essersi dedicato, tra l’altro, a TriesteOggi e al Gazzettino, entra nel 1995 nella redazione slovena del Fvg. La redazione italiana del Fvg mi assume dopo una ricerca di lavoro durata sei anni che mi ha portato da Trieste a Roma.

Il mio tirocinio nel 2004 alla sezione Affari Esteri del Giornale Radio Rai è stato il risultato di una nuova tecnica di selezione interna che ha privilegiato i candidati con conoscenza sia della geografia che della lingua della testata.

Sono poi passato al Tg3, dove mi è stato assegnato il ruolo di inviato nel 2017. Tra le persone che ricorda di aver incontrato durante questa selezione ci sono Lucia Goracci e Carmela Giglio a Istanbul, Oliviero Bergamini a New York e Sergio Paini. A mosca. È stato un momento bellissimo, anche per gli standard della Rai.

Cominciamo con Telekabul, che nel corso degli anni ha avuto grande piacere nel fornire una copertura coerente di Israele basata sulla lettura delle riviste dell’ANP e di Hamas. Barbara Gruden, corrispondente del TG3, fornisce una copertura così stravagante che “ridicolo” è una parola troppo mite. La forma grammaticale corretta sarebbe “estremisti ebrei che seminano odio”, come sottolineato da uno dei nostri lettori. Il sito è qui: http://www.formazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=90&id=59107.

Sfortunatamente, la lunga storia degli omicidi di ebrei da parte dei fanatici arabi è stata tralasciata. In un altro resoconto, Gruden ammette di avere difficoltà a comunicare in italiano mentre parla dei disordini in Giudea e Samaria, dove si dice che adolescenti abbiano corso contro le forze israeliane “brandendo” bottiglie molotov.

I membri della mia famiglia definiscono “brandire”, non lanciare, come lo scuotimento o il sollevamento violento di un oggetto sopra la propria testa. Il generale Gruden dovrebbe essere consapevole che questi “giovani palestinesi” hanno lanciato bombe molotov non solo contro i soldati ma anche contro qualsiasi cittadino israeliano che si è trovato nel loro campo visivo.

Non farebbe male a Barbara Gruden scoprire se RaiTre ha una grammatica italiana oppure no. Nel patetico tentativo di difendere l’incompetenza e la corruzione palestinese e di incolpare Israele per la mancata riabilitazione, il 2 agosto è stato trasmesso da Gaza un video. ignorato i miliardi stanziati nel corso degli anni dalla Banca Mondiale e dai paesi donatori. Molti fattori, comprese le regole israeliane e le accuse israeliane e dell’Autorità Palestinese, hanno rallentato il processo di ricostruzione.

Dopo aver intervistato un rappresentante dell’URNWA, il gruppo finanziatore palestinese, che, com’era prevedibile, piangeva per la loro situazione e chiedeva più soldi nostri, vostri soldi, nostre tasse, lo ha ribadito anche stasera alle 19.30 al Tg3. Adorabile Barbara Gruden, lascia che ti spieghi perché gli israeliani sono così severi con le loro regole. Dai a questo film un esame approfondito,

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Qui puoi vedere bellissimi pannelli adatti all’uso nella costruzione di case. Anche se a prima vista i pannelli sembrano innocui, in realtà nascondono migliaia di scomparti colorati che, se colpiti con un martello, rivelano elettrodi per la saldatura ad arco e forse anche esplosivi. Altrimenti nasconderli è inutile. Anche se ora sappiamo perché è stata aggiunta l’esplosione, non sappiamo ancora a cosa servano gli elettrodi.

Secondo il mio amico Cobra, vengono spesso utilizzati nella costruzione e nello scavo di tunnel. Barbara Gruen può essere vista nei musei? Sì, avete indovinato: tunnel! Dopo essere stati distrutti da Israele ed Egitto, i tunnel utilizzati per contrabbandare armi, droga e obiettivi di omicidi in terra israeliana vengono ricostruiti. Ecco perché Israele utilizza misure di sicurezza così rigide.

Poiché le autorità palestinesi si preoccupano poco di migliorare le condizioni di vita dei cittadini o di creare nuove abitazioni, Gaza continuerà a deteriorarsi per i prossimi 50 anni. Concludiamo l’agenda di oggi con una discussione sul nutrimento. LaEffe è l’emittente televisiva di Feltrinelli e trasmette film enormi e intriganti sulle culture del cibo in tutto il mondo.

L’edizione di ieri (2 agosto) di “Secret Kitchens”, condotta dall’americano Anthony Bourdain, era naturalmente dedicata a “Israele-Palestina”, come se non si potessebasta parlare di Israele. Nonostante gli ottimi pasti preparati e consumati da Bourdain e dai suoi amici, ho trovato il documentario decisamente sgradevole.

Dopo aver osservato che Israele gli ricordava la California del sud, Bourdain ha cambiato tono, dicendo: “ma ora vedere tutti questi soldati in giro, mi piace molto meno”. L’avaro pacifista, ovviamente, ha dimenticato il motivo per cui i soldati sono lì e sono disposti a rischiare la vita. Bourdain incontra il coautore di origine israeliana dello straordinario libro di cucina Gerusalemme mentre si trova nella città santa.

Stuzzicata la sua curiosità, raccontò una breve storia di Gerusalemme, sottolineando che “queste pietre furono calpestate da Davide, Gesù e Maometto”. Temo di no, Yotam. Ignoralo già. Cerca di essere più sincero e meno disonesto. Non c’è traccia di Maometto che vaghi per le strette strade della Città Vecchia di Gerusalemme. Il ristorante vegetariano gestito da una donna ebrea e da un uomo arabo è un luogo di lieto fine e tranquillità. Mentre è lì, scatta fotografie panoramiche del futuro Muro e affronta i “coloni”,

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