Oreste Spagnuolo – I pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno informato Giuseppe Setola, presunto assassino del clan dei Casalesi, e Oreste Spagnuolo di aver chiuso le loro indagini sull’omicidio di Francesco Magnano sulla statale Domiziana nel 1999. L’inchiesta ipotizza che Setola abbia appiccato l’incendio con alla guida il morto Luigi Santoro, uno spicco della sezione Bidognetti della famiglia Casalesi.
La missione di Spagnuolo era però quella di rilevare la presenza di Magnano e trasmettere un messaggio. Il defunto, un siciliano che si chiamava Il Siciliano e abitava a Castel Volturno, è stato ucciso con quattro colpi di pistola. si è ora pentito, ha detto nella puntata di Servizio Pubblico di ieri sera su La7 che l’ex sindaco di Calvizzano Giuseppe Granata, nelle ore successive all’omicidio del padre l’11 luglio 2008, avrebbe versato 10.000 euro al clan per riaprire il Lido La Fiorente .
Due sicari assoldati da un gruppo comandato da Giuseppe Setola del clan dei Casalesi hanno ucciso Raffaele Granata, l’ex proprietario del Lido La Fiorente di Marina di Varcaturo, perché si rifiutava di pagare il pizzo.
Lo spagnolo Oreste inizia il suo racconto il giorno prima, quando un tizio detto “pasta e fasule” si recò sulla riva a raccogliere i merletti e lì scoprii il sindaco Granata, figlio della vittima. Granata lo avvertì di andarsene subito o avrebbe chiamato la polizia.
Dopo essere stato informato dal camorrista, Setola ha emesso una condanna a morte: “Domani gli faremo mangiare pasta e fagioli”. Il giorno dopo, Spagnuolo e Letizia hanno tentato di uccidere il sindaco di Calvizzano al Lido La Fiorente, ma non ci sono riusciti. Suo padre, invece, si è assunto quella responsabilità . Quando Spagnuolo ha suggerito di tornare nel pomeriggio, Letizia è scesa dallo scooter e ha sparato 15 colpi alla testa a Raffaele Granata all’interno di un cucinino sulla spiaggia.
Il giorno seguente il sindaco Granata ha chiamato uno degli esponenti dell’organizzazione di Setola dicendo che, come il pentito, era disposto a pagare 10.000 euro. Setola aveva pronta una trappola, ma i soldi arrivarono come concordato poche ore dopo. Spagnuolo ha definito il sindaco di Calvizzano “un uomo di niente” perché gli stessi che hanno rubato i 10.000 euro hanno ucciso anche suo padre. “È troppo”, ha detto alle telecamere. Spagnuolo, Oreste
Una lunga video intervista a Sandro Ruotolo di “Servizio Pubblico” è stata rilasciata il 10 aprile dall’assassino confesso del clan dei Casalesi. In esso discute il suo ruolo nell’estorsione del superboss Michele Zagaria e l’omicidio del padre del sindaco di Calvizzano.
Pochi mesi dopo, l’avvocato di Spagnuolo ha inviato una lettera a selezionati giornalisti della stampa giudiziaria campana invocando il “diritto all’oblio” del suo assistito e chiedendo l’immediata rimozione di tutte le fotografie e gli articoli che mostrassero e caratterizzassero il suo passato.
Nessuna discrepanza può essere vista dal punto di vista legale. Infatti, uno dei pezzi è accompagnato da un’immagine di Spagnuolo, accompagnato da due carabinieri facilmente identificabili, e l’avvocato Luigi Ferrone sostiene che “l’incolumità del collaboratore di giustizia ammesso al programma di protezione” possono essere compromessi a causa del carattere intrinsecamente instabile di Internet. La lettera amichevole dell’avvocato solleva tuttavia alcune questioni che devono essere affrontate.
Dobbiamo aspettarci che l’opinione pubblica perdoni il principale colpevole di una serie di omicidi e attentati terroristici nel Casertano? Quand’è che il diritto di non sapere prevale sul diritto di dimenticare? Può una persona fornire il permesso per un’intervista televisiva e poi chiedere che tutti i riferimenti a lui vengano cancellati dai media? È possibile che questo vada avanti per sempre.
Per di più qui stiamo parlando di un grande protagonista della storia della camorra. Oreste Spagnuolo era collegato al comandante delle forze ausiliarie del massacro, Giuseppe Setola. Il 18 settembre 2008 faceva parte del commando che assaltò una piccola sartoria a Castelvolturno e uccise sei dipendenti clandestini sparando 130 colpi di pistola e mitra all’altezza degli occhi. È avvenuto un massacro. Spagnuolo ha riconsiderato la sua posizione pochi giorni dopo il suo arresto, il 30 settembre 2008.
È stato accusato di diversi reati e condannato in più occasioni, guadagnando sempre condanne inferiori all’ergastolo ma comunque ammissibili alla riduzione dei pentiti. “Confessioni di un killer” è stato scritto dalla scrittrice de Il Mattino Daniela De Crescenzo, che ha raccolto e riassunto i tanti articoli scritti su di lui con la La voce del protagonista: “È bello uccidere, ti dà una sensazione di potere”.
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A differenza degli articoli di giornale, che dopo un certo periodo di tempo diventano praticamente introvabili e inaccessibili per la consultazione, tutto ciò che pubblichi online vivrà per l’eternità e sarà disponibile a chiunque disponga di una connessione Internet. A meno che l’autore o i tribunali non decidano di eliminarlo.
Oreste Spagnuolo, ex camorrista che da allora collabora con il ministero della giustizia, è stato oggetto dell’interrogatorio di Giulio Golia nella puntata odierna de Le Iene Show. I dati più recenti che possono essere trovati. Stasera, Oreste Spagnuolo, che è stato l’ultimo in trasmissione un anno fa, tornerà a discutere, beh, di se stesso.
L’ex sicario della camorra siederà con Giulio Golia de Le Iene Show, dopo un’intervista con Michele Santoro del Servizio Pubblico nel 2015. Dal 2008 le forze dell’ordine ricevono informazioni dall’informatore mafioso Oreste Spagnuolo. Un tempo lavorava sotto la direzione di Giuseppe Setola, l’attuale capo della malavita dei Casalesi.