Michele Padovano Storia

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Michele Padovano Storia – “La libertà è simile all’aria: il suo valore intrinseco è spesso non riconosciuto finché non se ne avverte l’assenza.” Pur non essendo stato pronunciato dallo stesso Silvio Pellico, il calciatore Michele Padovano, che ha un interesse personale nella questione, è stato ingiustamente incarcerato a seguito della sentenza della Cassazione del 15 gennaio 2021.

L’imputato è stato assolto integralmente nella fase finale del processo. dopo un lungo iter giudiziario durato 17 anni, che ha comportato 3 mesi di reclusione nelle carceri di Cuneo e Bergamo, 9 mesi di arresti domiciliari e 5 mesi di denuncia obbligatoria ai Carabinieri.

Il mio amico Luca Mosole ha utilizzato i soldi per acquistare un cavallo.

Di conseguenza, sono stato accusato di associazione a delinquere. Secondo le indagini mi è stato riconosciuto il ruolo di finanziatore di un’associazione criminale. Ho subito affermato la mia innocenza, ma loro sono rimasti dubbiosi. Sono stato mandato dal penitenziario di Cuneo al penitenziario di Bergamo. Provavo un forte senso di disagio e non riuscivo a capire perché fossi tenuto in una cella, che poi chiamai Hotel Gattabuia.

Oggi Gigi e Bonny hanno avuto una conversazione in un luogo squallido e sgradevole che prevedeva la vista sul bagno.

Gigi e Bonny sono due dei tanti detenuti che ho incontrato in prigione che hanno dimostrato una notevole empatia e lealtà. Vivevo tra persone che dovevano subire un minimo di 10-20 anni di reclusione. Tuttavia, mi hanno trattato con rispetto e uguaglianza, non solo sulla base dei miei successi nel calcio. Hanno condiviso altruisticamente il loro dentifricio e mi hanno gentilmente consegnato l’accappatoio per le mie docce.

Dopo la mia incarcerazione, sono stato ostracizzato e privato anche dei più basilari gesti di compassione che comunemente vengono estesi agli altri. Sono diventato una vittima trascurata, ostracizzato dalla società, al punto che le persone cancellavano i miei dati di contatto dai loro dispositivi mobili.

Il tuo ex partner romantico ha fatto qualche sforzo recente per comunicare con te?

Gianluca Presicci, il mio compagno cosentino, mi è rimasto fedelissimo durante tutto il nostro percorso, al contrario di Paolo Stringara, che avevo designato come allenatore durante il mio mandato da allenatore del Torino, ma che alla fine mi ha abbandonato. Successivamente sorse una persona di nome Luca Vialli che oggi ricopre la posizione del mio essere celeste. Ogni domenica, infatti, si rivolgeva a mia moglie per informarsi sul mio stato di salute. Durante i colloqui in carcere, Adriana mi ha comunicato che quel giorno aveva fatto una telefonata anche Luca e mi ha rivolto i suoi saluti.

Dal mio punto di vista, quella telefonata rappresentava un evidente segnale di ottimismo, un sottile indicatore di libertà. Dopo essere uscito dal carcere ho ricevuto la prima telefonata di Luca. Dopo il consueto scambio di auguri, siamo stati travolti da intense emozioni e le lacrime scorrevano senza ritegno lungo i nostri volti. Ho pianto tantissimo quando,

un anno fa, se n’è andato definitivamente. Volevo salutarlo ancora una volta, con l’intenzione di recarmi a Londra dove vivevamo come vicini di casa quando io lavoravo al Crystal Palace e lui lavorava al Chelsea. Tuttavia, a causa del mio duraturo legame emotivo con la circostanza, mi sono scoperto incapace di farlo.

Sopportare la tensione e l’angoscia di rivedere un processo durato altri due anni. Solo i miei familiari più stretti sono consapevoli delle avversità che ho dovuto affrontare. Ogni volta che mi addormentavo, mi svegliavo costantemente con una sensazione duratura di pericolo imminente o di minaccia che incombeva su di me, simile alla leggendaria spada di Damocle. In un primo momento il giudice mi aveva inflitto una condanna a 24 anni, facendomi vivere come se fossi un criminale fino al 31 gennaio 2023. Finalmente, quel giorno, mi sono liberato dal peso di quell’arma…

La mano di Sant’Antonio, che ha ascoltato le nostre suppliche, era lì. Durante il tempo trascorso con Adriana, la nostra devozione religiosa è diventata più forte e abbiamo preso la solenne promessa che, se le cose andranno come previsto, intraprenderemo un pellegrinaggio a Padova per mostrare il nostro apprezzamento a Sant’Antonio. Ci recammo rapidamente a Padova il 1° febbraio dell’anno precedente.

Altro aspetto cruciale è stata la mia scelta di cambiare legale, ai quali vorrei esprimere pubblicamente la mia gratitudine: Giacomo Francini e Michele Galasso. Utilizzando le loro strategie difensive, hanno effettivamente ribaltato una situazione in cui stavo affrontando perdite sostanziali…

Michele Padovano Storia

Denis era mio fratello biologico e ho deciso di dare il suo nome a mio figlio, nato nel 1991. È chiaro che Bergamini non si è suicidato, nonostante l’idea diffusa da anni. Questa valutazione è confermata dalla sua personalità dinamica, dal suo entusiasmo per la vita e dalla sua brillante carriera di abile calciatore. Dopo la significativa giornata del 18 novembre 1989, in cui venne ritrovato il cadavere,

Sono stato spesso chiamato davanti ai magistrati e ho costantemente indirizzato la loro attenzione sul punto preciso che sento che stanno vedendo attualmente durante il processo in corso. Nonostante gli ostacoli che hoIn seguito a quanto riscontrato, rimango fiducioso nell’integrità del sistema giudiziario e confido che la verità alla fine verrà svelata. Nel frattempo mio figlio conosce l’identità di Bergamini ed è felice di portare il suo nome.

Sono fiducioso nel risultato grazie al mio costante impegno nello sport del calcio. L’unica persona che si è avvicinata a me è stato Renzo Ulivieri, il presidente dell’Assoallenatori. Recentemente mi ha convocato per andare a Coverciano. Tuttavia, ho appreso che è attualmente ricoverato in una struttura medica ed esprimo i miei più sinceri auguri per una sua rapida guarigione.

Ulivieri è consapevole della mia costante abitudine di guardare quattro partite al giorno e di seguire attentamente tutte le vicende giovanili. Sono attualmente disponibile e in grado di partecipare ad attività o completare i lavori domestici. Pur riconoscendo l’impossibilità che qualcuno possa restituire ciò che mi è stato tolto, chiedo solo l’opportunità di ricominciare da capo.

Michele Padovano è salito alla ribalta come attaccante chiave durante i primi anni di successo di Marcello Lippi, nonostante abbia dovuto affrontare la dura concorrenza di giocatori veterani come Ravanelli, Vialli e un giovane e promettente Del Piero. Nel giro di soli due anni, ha realizzato un’impresa straordinaria, collezionando 63 presenze e segnando 18 gol, stabilendo così un posto significativo negli annali della storia della Juventus. La sua costante capacità di segnare gol cruciali in partite difficili, nonostante l’immenso talento della squadra bianconera, gli ha assicurato un’influenza duratura.

Michele, originario di Torino, è un fervente sostenitore dei Granata. Ha giocato un ruolo fondamentale nel recente trionfo della Juventus in Champions League. Michele ha trasformato con successo il terzo rigore su cinque durante l’estenuante partita finale contro l’Ajax, che si è svolta nel prestigioso stadio Olimpico di Roma, assicurandosi così la vittoria.

Il gol, segnato da undici metri davanti a Van Der Sar, non solo gli ha portato la fama, ma ha anche assicurato l’importante rete di qualificazione per il club di Marcello Lippi. Eliminando il Real Madrid nei quarti di finale, questo gol gli ha permesso di avanzare alle semifinali. Questo trionfo fa seguito alla sconfitta nella partita iniziale al Bernabeu con il punteggio di uno a zero.

La sua notevole abilità fisica, unita alla sua abilità nel segnare gol, lo rendono un giocatore formidabile. Pur non essendo un titolare fisso, conosce bene le sue eccezionali capacità, riconosciute sia da Marcello Lippi che da tutta l’amministrazione bianconera quando lo acquistarono dalla Reggiana per una cifra cospicua. Un attaccante estremamente abile, con un’incredibile prestanza fisica, notevole velocità e un sinistro pericoloso. Significativamente, questa persona esemplifica lo spirito competitivo e il forte desiderio di successo che definiscono la rinomata squadra della Juventus.

Padovano, pur essendo piccolo di statura, ha mostrato una notevole abilità nel colpire di testa e aveva un sinistro quasi perfetto, lasciando spesso indifesi i portieri rivali. Inoltre, aveva una precisione eccezionale nel rigorista, come si è visto chiaramente nella partita di Roma del 1996. Michele, che acquisì il soprannome di “Harley Davidson” per via della sua fervida adorazione per le stimate motociclette americane, arrivò alla Juventus quando aveva 29 anni.

Nell’estate del 1995, dopo aver esplorato a fondo le campagne e aver giocato per squadre come Cosenza, Pisa, Napoli e Genoa, convinse con successo i bianconeri a investire su di lui mentre era alla Reggiana, anche se quell’anno gli emiliani retrocessero. . Nonostante il grande impegno iniziale con i Granata, non ha saputo resistere all’irresistibile occasione offertagli dalla Juventus.

Era risoluto nella sua determinazione a impedire che scappasse, indipendentemente da qualunque situazione. Pur sapendo di non essere la prima scelta, ha riconosciuto la possibilità di far parte di un gruppo eccezionale di giocatori, tra cui figurava anche il suo ex compagno di squadra Ciro Ferrara dai tempi insieme al Napoli.

Dopo un periodo di silenzio seguito al successo del film “Il silenzio degli innocenti”, riceve l’incoraggiamento dalla moglie Adriana e dal figlio Denis a pubblicare la sua autobiografia dal titolo “Tra Champions League e Libertà”. Il libro edito da Cairo sarà in mostra alla Feltrinelli di Torino il 26 febbraio ea Bergamo il 27 febbraio. All’interno delle pagine troviamo un ritratto dettagliato dell’intensa sofferenza patita dall’ex campione d’Europa mentre indossava la maglia della Juventus.

Padovano ha fatto parte della squadra dominante della Juventus di Marcello Lippi, chiamata gli “invincibili”, per due stagioni, precisamente dal 1995 al 1997, come testimonia la documentazione storica dei prodotti in pelle. Un individuo che è un musicista rock, caratterizzato dai capelli lunghi e cadenti, e che ascolta costantemente musica AC/DC, sia durante le esibizioni che nella vita personale.

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